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“L’acqua è una risorsa essenziale” è una frase che in bocca a chiunque potremmo definire banale; se però a pronunciarla è l’Unione Europea (UE), per lanciare la strategia per la resilienza idrica, definita dalla Commissione nei primi giorni di giugno, allora assume un altro significato. Specie perché, come ricorda nell’introduzione della strategia la stessa Commissione, “l’Europa deve provvedere alla sicurezza idrica ed essere preparata alle catastrofi legate all’acqua. Entro il 2030 la domanda globale di acqua supererà del 40% le risorse disponibili e occorrerà adoperarsi per garantirne la disponibilità e la qualità a livello mondiale”.
Di fronte a un’estate che, come ci stiamo accorgendo da anni, è sempre più feroce e afosa, serve saper gestire e riutilizzare l’acqua che si ottiene attraverso precipitazioni meno diffuse e più intense. D’altra parte l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono diritti umani fondamentali. Mentre inquinanti altamente persistenti, come i famigerati PFAS coi quali stiamo imparando a fare i conti, continuano ad accumularsi nelle acque dell’UE, con conseguenti impatti sulla salute, il cui costo è stato stimato tra i 52 e i 84 miliardi di euro all’anno.
In ogni caso puntare su un’efficace e generalizzata resilienza dell’acqua tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea è non solo vitale per noi e per l’ambiente ma è anche un’opportunità economica. “L’Europa – ricorda la Commissione – è leader mondiale nella tecnologia idrica e detiene il 40% di tutti i brevetti a livello mondiale. Il settore idrico genera 107 miliardi di euro e sostiene 1,7 milioni di posti di lavoro”.
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I tre obiettivi della strategia UE di resilienza idrica
La strategia di resilienza dell’acqua per il 2025 si concentra su tre obiettivi. A definirli è la stessa Commissione, che per ogni obiettivo indica anche la normativa di riferimento.
- “Ripristina e protegge il ciclo dell’acqua come base per l’approvvigionamento idrico, dalla fonte al mare. L’effettiva attuazione del quadro UE esistente è fondamentale, tra cui la direttiva quadro sulle acque, la direttiva sulla gestione delle alluvioni e il regolamento sul ripristino della natura. Sono necessari ulteriori sforzi per proteggere le risorse, aumentare la sostenibilità, migliorare la ritenzione idrica sulla terra e affrontare gli inquinanti nell’acqua potabile.
- Costruire un’economia intelligente per aumentare la competitività, attrarre investimenti e promuovere l’industria idrica dell’UE: ciò si attua promuovendo l’efficienza idrica e la gestione sostenibile delle risorse idriche. La raccomandazione sull’efficienza idrica in primo luogo fornisce principi guida per ridurre il consumo di acqua e fissa un obiettivo a livello dell’UE per migliorare l’efficienza idrica entro il 2030.
- Acqua e servizi igienico-sanitari puliti e convenienti per tutti e responsabilizzano i consumatori per la resilienza all’acqua: l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari sicuri è un diritto umano. È necessario sostenere l’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari ad alcune regioni e gruppi vulnerabili e migliorare il trattamento delle acque per rimuovere l’inquinamento pericoloso, gli agenti patogeni e le malattie.
I principali ambiti d’azione dell’UE saranno cinque: governance e attuazione; investimenti e infrastrutture pubbliche e private; accelerazione della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale; promozione della ricerca e dell’innovazione; sicurezza e preparazione. Peccato, aggiungiamo noi, non aver inserito l’economia circolare tra questi ambiti d’azione: dalla riduzione degli sprechi agli accorgimenti per risparmiarne gli utilizzi quotidiani fino al riutilizzo delle acque reflue, gli spunti non mancavano. Peccato.
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Lo studio sul risparmio idrico nei settori economici chiave
Insieme alla strategia per la resilienza idrica, indicata dalla Commissione Europea, è stato pubblicato anche lo studio ““Risparmio idrico per un’Europa resiliente all’acqua”, realizzato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA). Lo spunto iniziale dello studio ricorda che “l’Europa, il continente che si sta riscaldando più velocemente, si trova ad affrontare una crescente pressione da parte dei cambiamenti climatici che minacciano la disponibilità di acqua stagionale. Ogni anno circa il 30% della superficie dell’UE sperimenta scarsità d’acqua stagionale. In condizioni di scarsità d’acqua, settori economici come l’agricoltura si trovano ad affrontare perdite di rendimento e costi dell’acqua più elevati. Anche le centrali termiche e idroelettriche lottano con la riduzione della produzione di energia elettrica, aumentando i prezzi dell’energia”.
Di più: dal 2010 l’estrazione dell’acqua nei 27 Stati membri dell’UE è aumentata in quasi tutti i settori. Da sola l’UE astrae 200.000 milioni di metri cubi d’acqua all’anno e le proiezioni future indicano un peggioramento dello stress idrico dovuto ai cambiamenti climatici e l’aumento della domanda idrica che espone ecosistemi ed economie a maggiori rischi. Ecco perché, come suggerisce Leena Ylà-Mononen, direttrice esecutiva dell’AEA, “migliorare drasticamente l’efficienza idrica insieme ad altre misure per proteggere le nostre limitate fonti di acqua dolce sono parti chiave del puzzle per aumentare la resilienza dell’acqua dell’Unione europea. Ridurre l’uso dell’acqua a livelli sostenibili sarà fondamentale da parte di tutti i principali utenti dell’acqua, soprattutto a seguito della terribile scarsità d’acqua che molte parti d’Europa stanno già affrontando”.
Già, ma come fare? Come accennato, l’Agenzia Europea dell’Ambiente si concentra su cinque settori economici chiave, la cui esistenza dipende proprio dall’uso dell’acqua. “I settori economici con i più alti livelli di astrazione idrica offrono anche un notevole potenziale di risparmio idrico e dovrebbero essere considerati prioritari per l’attuazione delle misure di risparmio idrico – scrive l’AEA – Nell’UE, sulla base della media del 2000-2022, la produzione di elettricità per il raffreddamento delle centrali elettriche rappresenta il 36% della domanda totale di acqua, seguita dall’agricoltura al 29%. L’approvvigionamento idrico pubblico, tra cui acqua potabile, famiglie e turismo, rappresenta il 19%, mentre la produzione rappresenta il 14% dell’estrazione totale dell’acqua. Insieme, questi quattro settori coprono il 98% dell’estrazione totale di acqua dei settori economici nell’UE e hanno un potenziale significativo per migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua”.
Se per alcuni settori, come l’agricoltura, sono note le inefficienze – sulle quali però, proprio per questo, è più facile agire (almeno in teoria) – ci sono altri settori ad alta innovazione, come i data center, che pongono ulteriori problemi di approvvigionamento idrico. Ma le potenzialità per un risparmio idrico sono comunque diffuse in ogni ambito.
“Ad esempio – ricorda l’Agenzia Europea dell’Ambiente – il potenziale di risparmio idrico in agricoltura è potenzialmente fino al 20% dell’estrazione totale dell’acqua. Ridurre le perdite e le perdite nella distribuzione dell’acqua, la sostituzione dell’irrigazione superficiale con irrigazione a goccia o sottosuolo, l’agricoltura intelligente e la selezione di colture resistenti alla siccità sono tra le misure chiave che possono migliorare l’efficienza dell’uso dell’acqua in questo settore. Il settore elettrico può passare a sistemi di raffreddamento più efficienti e combustibili non fossili, adottando innovazioni tecniche e utilizzando il calore di scarto dalle centrali elettriche dell’industria o dei sistemi di teleriscaldamento. Combinate, tali misure potrebbero ridurre l’astrazione dell’acqua fino al 95% rispetto all’attuale astrazione idrica del settore. Anche i settori emergenti come i data center e la produzione di idrogeno creeranno nuove sfide per la gestione delle risorse idriche. Il raffreddamento dei data center sta già portando a un’ulteriore domanda idrica, che può porre nuove sfide di sostenibilità. La produzione di idrogeno, un fattore chiave per la transizione energetica, potrebbe anche aumentare significativamente la domanda di acqua di alta qualità”.
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I prossimi appuntamenti sull’acqua
La strategia per la resilienza idrica è saldamente radicata nella visione per il 2050 presentata dall’UE alla Conferenza ONU sull’acqua del 2023. La resilienza idrica è una priorità della Commissione europea, come annunciato dalla presidente von der Leyen negli Orientamenti politici 2024-2029.
A partire da dicembre 2025, la Commissione terrà, ogni due anni, un forum sulla resilienza idrica. Questo forum riunirà le parti interessate per fare il punto sui progressi compiuti nel rafforzamento della resilienza idrica a tutti i livelli di governo, nelle imprese e nella società civile, e per monitorare l’attuazione di questa strategia.
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