Uber Eats prova a contrastare le emissioni di anidride carbonica e gli impatti legati al proprio business, primo fra tutti i rifiuti da imballaggio, consegnando ai clienti cibo da asporto in confezioni riutilizzabili e restituibili. La piattaforma di ordinazione e consegna di cibo online lanciata negli Stati Uniti dalla società di trasporto Uber e attiva anche in alcuni Paesi europei come Francia, Svizzera, Germania e Regno Unito, ma non l’Italia, a questo scopo ha avviato una partnership con DeliverZero, azienda specializzata proprio nel favorire la diffusione di packaging riutilizzabile.
Secondo Uber, i ristoranti e i comuni devono affrontare numerosi problemi legati alla raccolta differenziata, all’accesso limitato alle infrastrutture di compostaggio e riciclo. Mentre aumenta il ricorso della cittadinanza alle ordinazioni di cibo da asporto, con la conseguente impennata di utilizzo di imballaggi e plastica monouso. L’unica soluzione, secondo la piattaforma online consiste nel collaborare con fornitori di imballaggi nel tentativo di offrire opzioni orientate alla sostenibilità, senza costi aggiuntivi eccessivi, a oltre un milione di clienti dei servizi di Uber Eats.
Negli anni precedenti Uber Eats si è concentrata su soluzioni basate sul packaging ecologico e ha messo in campo progetti pilota di imballaggi riutilizzabili anche in Francia, Svizzera, Germania e Regno Unito. L’anno scorso ha sperimentato in collaborazione con Starbucks un sistema alternativo per il riutilizzo dei contenitori alimentari che prevede la raccolta a domicilio. La partnership con DeliverZero segna un ulteriore passo in avanti nella direzione del ritiro a domicilio e segnala l’intenzione di testare questa soluzione su scala più ampia.
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Come funziona il modello DeliverZero
DeliverZero è un’azienda di contenitori riutilizzabili fin dalla nascita apprezzata da molti consumatori responsabili. L’idea nasce da una semplice dato di fatto: i clienti restituiscono i contenitori riutilizzabili direttamente ai ristoranti e questo frena sia il numero di persone che adottano il comportamento virtuoso, sia la diffusione del modello nelle grandi città, dove ci si limita a farlo nei ristoranti vicino casa. Lauren Sweeney, la fondatrice di DeliverZero, si è perciò ispirata a servizi di ritiro tramite corriere e ha creato un modello adattabile anche alla grande ristorazione, fondato appunto sulla possibilità del ritiro a domicilio dei contenitori e l’utilizzo di packaging sostenibile.
Ma c’era un ulteriore problema: inizialmente i contenitori riutilizzabili per alimenti non erano disponibili su tutte le app di consegna, ma solo attraverso il marketplace di DeliverZero. Un altro ostacolo enorme alla diffusione del modello su larga scala. Nel 2022 la svolta: DeliverZero ha annunciato una partnership con DoorDash e Uber Eats e di recente si è aggiunta anche l’app GrubHub (fino a poche settimane fa società del gruppo Just Eat) e adesso DeliverZero è compatibile con le principali app di ordinazione e consegna di cibo negli Stati Uniti.
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Quanti contenitori in meno ha usato Uber Eats
In appena due anni dall’accordo con Uber Eats, inizialmente attivo solo in alcuni ristoranti di New York e del Colorado, hanno aderito oltre 130 ristoranti della West Coast, in particolare nelle città di Los Angeles e San Francisco. I clienti che ordinano cibo tramite Uber Eats a New York, Boulder, Denver, Los Angeles o nella Bay Area possono decidere, selezionando l’opzione “Utilizzare i contenitori DeliverZero”, di ricevere, con un supplemento di 0,99 dollari, il pasto consegnato in un contenitore riutilizzabile.
Il cliente può, inoltre, scegliere tra le varie opzioni per la restituzione del contenitore: al ristorante dove si è effettuata l’ordinazione, a qualsiasi ristorante aderente all’iniziativa di Uber Eats-DeliverZero, oppure può programmare il ritiro da parte di un corriere inviato da DeliverZero. Da quando la partnership è stata lanciata a New York nel 2022, è stato calcolato che abbia evitato che 11.000 contenitori monouso finissero in discarica. Si stima che siano state risparmiate oltre 1.810 kg di emissioni di gas serra e oltre 20.000 litri di acqua.
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