Cosa visitare a Rotterdam quando si vogliono scoprire le soluzioni adottate – e quelle in fase di realizzazione – in ottemperanza delle politiche di mitigazione ed adattamento al climate change? Negli ultimi anni, all’interno della città olandese – dove, come vi abbiamo raccontato, sono in esecuzione diversi progetti legati all’economia circolare – si lavora per rendere i luoghi resilienti, partendo dall’acqua e passando per i tetti verdi.
Le città – che, secondo i dati Unep, pur occupando solo il 3% della superficie globale sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni che causano la febbre del Pianeta – pagano un prezzo altissimo in termini di cambiamenti climatici.
In realtà urbane come Rotterdam la situazione è amplificata dalla particolare posizione: a dominare il paesaggio è l’acqua. L’80% dell’area urbana si trova, infatti, sotto il livello del mare e da anni deve affrontare i problemi legati agli allagamenti ricollegabili alle piogge abbondanti che si alternano a quelli legati ai periodi di siccità.
I giardini diventano spugne
Le sempre più abbondanti piogge mandano in sovraccarico i sistemi fognari e, di conseguenza, allagano le aree urbane. Questo fenomeno accade anche a Rotterdam che nasce letteralmente sull’acqua. Come fare a ridurre i danni e, possibilmente, a raccogliere un po’ d’acqua per affrontare i periodi di siccità? A provare a dare una risposta concreta ci hanno pensato numerosi progetti nati dal lavoro del gruppo olandese De Urbanisten. Come, ad esempio, è possibile sfruttare come serbatoi le superfici orizzontali? Magari realizzando “rain gardens” come lo “Sponge Garden” che consiste in un giardino aperto al pubblico che, oltre ad ospitare orti, fiori e compostiere, è diventato un luogo per sperimentare nuove soluzioni per ripensare spazi verdi in modo che gli stessi possano consentire l’assorbimento, il drenaggio e lo stoccaggio dell’acqua.
Leggi anche: Edifici galleggianti e hub circolari. Così Rotterdam combatte i cambiamenti climatici
Rotterdam punta a ripensare i tetti delle città anche in risposta ai cambiamenti climatici
Avete mai sentito parlare di Çatalhöyük? Fu un villaggio molto importante nell’Anatolia di 8000 anni fa. Tra le particolarità di questo luogo si narra che gran parte delle attività quotidiane venissero svolte sui tetti che erano sfruttati anche per spostarsi da un’abitazione all’altra. A distanza di otto millenni, nel 2021 è stato lanciato il “rooftop catalogue“: un volume commissionato dalla Città di Rotterdam a MVRDV e Rotterdam Rooftop Days
che, analizzando i 18,5 km quadrati (pari a 18 milioni e mezzo di mq) di tetti presenti nella città olandese, fornisce risposte concrete alle esigenze della cittadinanza ed a tutte le problematiche legate ai cambiamenti climatici calcolando l’incremento dei pannelli solari installati, gli spazi verdi e la necessità di stoccaggio dell’acqua. Sono ben 130 i possibili diversi usi elencati dal catalogo. Secondo i dati riportati, se tutti i tetti di Rotterdam divenissero giardini si ridurrebbe di un grado la temperatura media della città. Se poi il 20% dei tetti venisse usato per stoccare l’acqua si riuscirebbe a raccogliere una quantità pari a 100 piscine olimpioniche o, in alternativa, realizzare spazi verdi per una superficie pari a quella di Central Park.
Per dimostrare ai cittadini quali siano le potenzialità delle superfici sui palazzi, oltre che per donare loro un punto di vista davvero suggestivo, dal 26 maggio 2022 per quattro settimane si terrà il Rotterdam rooftop walk, un percorso aereo che collegherà diversi tetti del centro e che sarà un evento imperdibile per tutti coloro i quali si troveranno nella cittadina olandese in questo periodo.
Leggi anche: Sull’inceneritore di Copenaghen i dati raccontano un’altra storia
Diventano verdi anche i tetti di importanti edifici
Uno dei progetti più suggestivi di trasformazione dei tetti in oasi verdi è sicuramente quello che riguarda l’edificio storico De Doelen, una sala concerto che si trova nel centro della città e il cui rivestimento apicale sta vivendo una vera e propria rivoluzione. In questi mesi sono in corso i lavori per posizionare una copertura verde – sotto la quale sarà applicato un sistema di stoccaggio delle acque – pensata per donare un’oasi di biodiversità alla piccola avifauna e agli insetti per i quali peraltro verranno posizionate delle piccole casette.
L’altro celebre esempio riguarda il Depot Boijmans Van Beuningen: il sistema di conservazione ed esposizione delle opere d’arte che non finisce di sorprendere. La struttura – magnificente ed unica nel suo genere – presenta un giardino verde pensile (progettato dallo studio MVRDV) con ben 100 alberi tra i quali si annoverano 75 betulle e 20 pini. Per consentire la creazione di questo particolare bosco, è stato studiato un sistema di raccolta delle acque e di canalizzazione delle radici che consente alla flora impiantata di trovare il proprio spazio senza il rischio di danneggiare la struttura. Tra coloro i quali hanno particolarmente apprezzato l’opera c’è soprattutto l’avifauna locale: come sottolineano i promotori del progetto, infatti, si registra una maggior presenza di specie quali le beccacce che solitamente nidificano nei polder.
Abitare sotto un giardino verde pensile
De Groene Kaap, il capo verde, è un complesso di appartamenti completato nel 2021 nella zona di Katendrecht. La sua peculiarità è rappresentata da un sistema di giardini interconnessi che, da terra, proseguono sui tetti connettendo i diversi complessi residenziali in un percorso verde continuo. In questo complesso sono i benvenuti non solo coloro che vogliono fare due passi nel verde ma anche tutte le piccole specie viventi quali insetti, uccellini o ricci. Ad inframezzare le piante infatti, si trovano anche dei veri e propri hotel per le api e per le altre specie mellifere. Spazi comuni – barbecue inclusi – sono installati per spingere gli abitanti a vivere un nuovo tipo di vicinato che favorisca la conoscenza reciproca. Oltre al valore ecosistemico, in tal modo si restituisce al verde il fondamentale ruolo di spazio aggregante per i cittadini.
Leggi anche: Murales antismog, la street art che pulisce l’aria del nostro Paese
Le piazze d’acqua
Avete mai sentito parlare di water squares? Con tale espressione si indicano delle vere e proprie piazze d’acqua. Non sono piscine bensì spazi ideati per essere luoghi a fruizione pubblica come aree ricreative, pensate per le famiglie o per attività sportive nelle giornate di sole e che, in caso di pioggia, diventano serbatoi dell’acqua piovana che svolgono un duplice ruolo: da un lato evitano il sovraccarico del sistema fognario e, dall’altro, consentono di conservare nei sottostanti serbatoi l’acqua piovana che potrà essere riutilizzata. Questi interventi rientrano fra quelli che contribuiscono a rendere aree urbane come Rotterdam delle vere e proprie sponge cities: città spugna, esempio di come oggi si possano riprogettare gli spazi pubblici in termini di resilienza ai cambiamenti climatici. Se visiterete questo angolo d’Olanda e volete saperne di più, sarà obbligatorio fare un salto presso la piazza d’acqua Benthemplein progettata dallo studio De Urbanisten.
© Riproduzione riservata