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domenica, Maggio 19, 2024

“L’ecodesign può cambiare il mondo e guidarci verso l’economia circolare”. Parola della Ellen MacArthur Foundation

Il racconto di Simon Widmer, Design Network & Creative Lead della fondazione

Madi Ferrucci
Madi Ferrucci
Nata in provincia di Pisa il 26 giugno 1991. Laureata in Filosofia e diplomata alla scuola di Giornalismo della Fondazione Basso di Roma. Assieme a due colleghi ha vinto il Premio Morrione 2018 e il Premio Colombe d'Oro per la Pace 2019 con un’inchiesta internazionale sulla fabbrica di armi RWM in Sardegna. Ha lavorato a The Post Internazionale nella sezione news e inchieste. Collabora con Economiacircolare.com, il Manifesto e altre testate nazionali. Fa parte del collettivo di giornalisti freelance “Centro di giornalismo permanente".

Nell’accezione comune il termine “design” è spesso associato a oggetti funzionali belli da vedere, letteralmente significa “disegno” o “progettazione”, ma il suo senso è in realtà molto più profondo e ha un ruolo strategico nell’economia circolare, come sostiene anche la Ellen MacArthur Foundation.

Un design sostenibile o “ecodesign” può rivoluzionare completamente il modo di produrre, utilizzare e riciclare gli oggetti che ci circondano, contribuendo a diminuirne l’impatto ambientale: “Guardati intorno. Tutto quello che vedi è stato ‘disegnato’ e ‘progettato’ da qualcuno. La sedia in cui sei seduto in questo momento, l’edificio dove ti trovi, i vestiti che hai indosso, i mezzi di trasporto che hai utilizzato, il cibo che ordini, il cellulare e tutti gli strumenti di comunicazione che ti mettono in relazione alle persone che ami”, afferma Simon Widmer, Design Network & Creative Lead della Ellen MacArthur Foundation.

L’80% in discarica

Secondo i dati elaborati dal Programma per il design circolare della Fondazione nel settore della moda e del packaging in plastica oltre l’80 per cento dei materiali utilizzati finiscono nelle discariche o agli inceneritori. Percentuali elevate che potrebbero essere sensibilmente ridotte grazie al design, riprogettando il ciclo di vita di tutte le cose presenti nel mondo in cui viviamo quotidianamente:

“Durante la fase di progettazione del design di un prodotto si devono prendere decisioni importanti che andranno poi a condizionare tutto il processo economico: il modello di business, la scelta dei materiali, l’estetica, la funzionalità degli elementi ma anche il modo in cui il design andrà ad interagire con le persone e più in generale con tutto il sistema legato alla logistica, alla raccolta, e alle infrastrutture”, prosegue Widmer.

Il design condiziona tutto il processo

Non solo, la scelta del design ha conseguenze enormi anche sulla possibilità di riutilizzare un prodotto una volta terminato il suo primo ciclo di vita:

“Il design determina ‘ciò che accadrà dopo’ e che cosa sarà possibile fare con quell’oggetto una volta utilizzato. Sarà semplicemente un rifiuto o dovrà entrare a far parte di un’economica circolare in cui lo spreco è ridotto e i materiali vengono riutilizzati ininterrottamente? Una volta che questo tipo di decisioni sono state prese non si può più tornare indietro”.

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Per rispondere a questa esigenza la Fondazione MacArthur con il Programma del desgin circolare si è posta l’obiettivo di riuscire a sensibilizzare 60 milioni di designer sul tema dell’economia circolare e di convincerne altri 20 milioni ad adottare il modello “circolare” nel proprio lavoro. Questi “professionisti della sostenibilità” rappresenteranno entro il 2025 circa il 2,5% della forza lavoro mondiale e potrebbero contribuire a cambiare radicalmente l’attuale sistema produttivo ancora basato sull’economia “lineare”.

“Vogliamo utilizzare l’eco design come scorciatoia per arrivare all’economia circolare, modificando lo stadio iniziale della progettazione del prodotto (…). In questo modo impostiamo la direzione del ‘viaggio’ verso un sistema nuovo e un futuro resiliente. (…) Un futuro in cui contribuiamo a delle trasformazioni globali strutturali liberando la creatività”.

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Il 70% dell’impatto ambientale determinato da design

Se, infatti, come sostengono gli autori di Innovazione frugale Navi Radjou e Jaideep Prabhu, oltre il 70 per cento dei costi del ciclo di vita di un prodotto e del suo impatto ambientale sono determinati nella fase di progettazione del design, basterebbe modificare questo primo step della produzione per dare nuovo impulso al processo dell’economia circolare:

“Oggi ci troviamo di fronte ad un bivio e la crisi pandemica determinata dal Covid-19 ci ha aperto gli occhi su quanto fragile sia il nostro sistema economico. (…) La riprogettazione ecologia dei prodotti gioca un ruolo fondamentale nel raggiungere gli obiettivi per contrastare il cambiamento climatico, riducendo le emissioni di gas serra, risparmiando energia e favorendo l’uscita dal carbone. Abbiamo le tecnologie per farlo e per creare un design responsabile ed efficace per un futuro nuovo”, ribadisce Widmer.

Economia circolare, design, emissioni: le stime dalla Ellen MacArthur Foundation

Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 e contrastare il cambiamento climatico l’economia globale ha focalizzato i propri sforzi sul processo di decarbonizzazione e di transizione alle energie rinnovabili. Queste misure riguarderebbero però solo il 55% delle emissioni totali, mentre il restante 45% dovrebbe essere eliminato attraverso il passaggio ad un nuovo modello di produzione. Stando ai numeri del report Completing the picture: how the circular economy tackles climate change pubblicato dalla Ellen MacArthur Foundation nel 2019, l’economia circolare se applicata nei cinque settori industriali più importanti (cemento, alluminio, acciaio, plastica e cibo) potrebbe, infatti, eliminare quasi la metà delle emissioni legate alla produzione di beni, per un valore pari a 9,3 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050, equivalenti al totale delle emissioni generate dai trasporti.

“Dobbiamo iniziare tutti a porci queste domande: in che modo possiamo creare un ecodesign che vada incontro alle necessità del consumatore e che al contempo riesca ad includere una strategia di funzionamento a lungo termine? In che modo possiamo creare prodotti e servizi che si adattino al nostro ecosisitema, generando ‘risorse’ piuttosto che rifiuto e inquinamento? Come può contribuire il design a contrastare le grandi trasformazioni del nostro secolo come la diminuzione della biodiversità e il cambiamento climatico? Non esiste una soluzione perfetta – conclude Widmer – ma possiamo alzare l’asticella dei nostri obiettivi, creando un design pensato per l’economia circolare”.

© Riproduzione riservata

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