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venerdì, Ottobre 4, 2024

Meno della metà degli Italiani conosce l’economia circolare

E solo uno su quattro è convinto che i materiali elettrici, gli elettrodomestici e le lampadine possano essere riciclati. Economia circolare e sostenibilità nella percezione degli italiani: i sondaggi più recenti

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Redazione EconomiaCircolare.com

Dal nostro punto di osservazione, negli ultimi mesi l’economia circolare (in parte in virtù delle polemiche legate alla proposta di regolamento sugli imballaggi) è entrata più spesso nei palinsesti tv, nei titoli dei giornali e nelle dichiarazioni dei politici. Lasciandoci la percezione che il tema, insieme a quello della sostenibilità, sia ormai di pubblico dominio. Ma il nostro è, appunto, un osservatorio particolare, che rischia di subire gli effetti deleteri delle eco-chamber, la stanze dell’eco della comunicazione in cui i temi (in questo caso quelli della circolarità e della sostenibilità ambientale) risuonano, producendo la sopravvalutazione dell’effettiva conoscenza e relativa importanza percepita dal grade pubblico.Proviamo invece a ‘tornare coi piedi per terra’ grazie ad alcuni recenti sondaggi.

Conoscenza della sostenibilità

Secondo il report “Sostenibilità è qualità” presentato nel maggio di quest’anno da Fondazione Symbola e Ipsos, solo il 7% degli italiani non conosce il concetto di sostenibilità (inteso nelle tre dimensioni economica, sociale ed ambientale). Più nel dettaglio il 13% afferma di conoscerlo superficialmente, il 43% discretamente, il 37 di conoscerlo “bene”. Negli anni, le persone che conoscono bene questo concetto sono in aumento: si passa dal 7% del 2011 al 36% del 2019, anno dopo il quale la crescita si stabilizza per raggiungere nel 2022 appunto il 37%.

sondaggio economia circolare sostenibilità
Fonte: Symbola-Ipsos

Symbola e Ipsos, tra le domande del sondaggio, hanno chiesto agli intervistati di specificare il proprio interesse nella sostenibilità: è “poco interessato” il 10% degli intervistati, “abbastanza” il 30%, “molto” un altro 30%. Un’altra domanda ha riguardato la tendenza di questo interesse. Quasi il 60% si è detto “molto più interessato oggi che 2-3 anni fa”. È interessato allo stesso modo il 36%, e solo il 6% afferma di essere meno interessato rispetto agli anni passati. Importante osservare le motivazioni di questo interesse scemato. Quasi la metà (48%) spiega che “Ci sono cose più urgenti che devono essere affrontate”. Il 29% adduce come motivazione il fatto che “Molte persone dichiarano di essere attive per la sostenibilità ma di fatto fanno poco o nulla”: il presunto poco impegno degli altri giustifica il proprio, dunque. Un altro 24% risponde, analogamente, che “Molte aziende dichiarano di essere attive per la sostenibilità ma di fatto fanno poco o nulla”.

Il sondaggio indaga anche quale delle tre componenti della sostenibilità (economica, sociale ed ambientale) è percepita come più importante. E lo fa con la domanda: “Consideri di avere 10 monete: se fosse un Capo di Governo e potesse decidere oggi su cosa investire, quante ne metterebbe nella sostenibilità… “. Fatto 100 il numero totale delle monete messe virtualmente a disposizione di tutti gli interessati e da questi investite, l’aspetto che ne riceve di più (il 37%) è quello della sostenibilità sociale, segue quella ambientale (34%) e (col 29%) quella economica.

Leggi anche: I progressi dell’Ue verso l’economia circolare? Insufficienti, secondo la Corte dei conti europea

Conoscenza dell’economia circolare

Ancora Ipsos ha condotto – questa volta per la X edizione dell’Ecoforum 2023, la conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club all’inizio di luglio 2023 – il sondaggio “L’Italia e l’economia circolare”. Cosa ci mostra questa indagine? Intanto che quest’anno, rispetto a cinque anni fa, la quota di persone che afferma di conoscere l’economia circolare è aumentata, anche se non di molto: +5%. Ma nel complesso gli italiani che sanno di cosa si parla quando si cita l’economia circolare restano comunque meno della metà del totale: il 45% (erano il 40% nel 2018).

Questo 45% è composto da un 29% che ha risposto “Sì, la conosco”, e da un altri 16% che ha affermato “Sì, ma non sapevo si chiamasse così”. Un altro 34% l’ha “confusa con un’altra disciplina”, mentre il 18% del campione non ne ha mai sentito parlare.

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Fonte: Legambiente – Ipsos

Se meno della metà degli italiani “conosce” l’economia circolare, non c’è da stupirsi se solo il 14% ritiene che il proprio territorio di residenza sia sopra la media europea rispetto alla circolarità; mentre il 43% “non sa e non ritiene credibile” che l’Italia abbia la percentuale più alta in Europa di riciclo dei rifiuti.

Qualche dubbio su quel 45% del campione che afferma di conoscere l’economia circolare viene leggendo che solo un italiano su 4 (24% del totale) è convinto che i materiali elettrici, gli elettrodomestici e le lampadine possano essere riciclati. Ancora meno (22%) chi pensa che possano esserlo gli oli lubrificanti. Solo metà del campione pensa che l’alluminio (51%) e il PET (52%) possano avere una seconda vita. La carta è riciclabile per il 69% del campione; il vetro per il 70%. Il 7% degli intervistati, infine, è convinto che né carta, né alluminio, né vetro, rifiuti elettronici, oli esausti possano essere riciclati.

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Fonte: Legambiente – Ipsos

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Sostenibilità e green washing

Se la sostenibilità è sempre più importante per i cittadini-consumatori, non sono poche le imprese che questa sostenibilità la simulano. Nel sondaggio citato, Symbola e Ipsos hanno chiesto agli intervistati se conoscano il termine greenwashing. Solo un italiano su cinque (il 21%) ne ha sentito parlare – e “aver sentito parlare” non vuol dire certo “conoscere”.

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Fonte: Symbola-Ipsos

Una volta spiegato il termine anche a chi non lo conosceva, più della metà delle persone coinvolte nell’indagine resta pessimista sul comportamento delle imprese. Solo il 37% ritiene che quelle oneste siano più numerose di quelle che fanno green (o social) washing. Una quota analoga (35%) ritiene che i buoni e i cattivi siano in egual misura, mentre il 28% non ha dubbi sul fatto che green e social washing la facciano da padrone.

Secondo la maggioranza degli intervistati da Symbola e Ipsos (60%), è difficile (“molto o abbastanza difficile”) comprendere la reale sostenibilità di un’azienda. Maggioranza che in rilevazioni condotte negli anni precedenti era ampiamente maggiore (nel 2018 74%). Secondo quasi la metà del campione oggi è più facile (molto o abbastanza) che in passato, mentre circa un terzo (36%) ritiene non ci siano differenze con gli anni precedenti.

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