Con 552 voti favorevoli, 44 contrari e 43 astenuti, l’Europa adotta nuove regole contro la deforestazione. Obiettivo è combattere il cambiamento climatico ripensando totalmente, almeno nelle intenzioni, tutto il sistema di produzione a tutela della biodiversità. La nuova legge obbliga le aziende a garantire che i prodotti venduti nell’UE non abbiano portato alla deforestazione e al degrado forestale: tra il 1990 e il 2020 è stata persa un’area più grande della stessa UE.
Deforestazione in tavola
Christophe Hansen (PPE, LU), relatore della legge appena approvata, dopo la votazione ha dichiarato: “Fino ad oggi, gli scaffali dei nostri supermercati sono stati troppo spesso pieni di prodotti ricoperti dalle ceneri delle foreste pluviali bruciate e degli ecosistemi irreversibilmente distrutti e che avevano spazzato via i mezzi di sussistenza di popolazioni indigene. Troppo spesso ciò è accaduto senza che i consumatori lo sapessero. Sono sollevato dal fatto che i consumatori europei possano ora essere certi che non saranno più inconsapevolmente complici della deforestazione quando mangeranno la loro tavoletta di cioccolato o si godranno un meritato caffè”. La nuova legge, continua Hansen “non è solo fondamentale nella nostra lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, ma dovrebbe anche sbloccare la situazione di stallo che ci impedisce di approfondire le relazioni commerciali con Paesi che condividono i nostri valori e le nostre ambizioni ambientali”.
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Cosa prevedono le nuove norme contro la deforestazione
Di fatto, non verranno vietate produzioni di singoli prodotti, ma le aziende dovranno fornire – attraverso una “due diligenze” – precise garanzie che confermino la provenienza del prodotto non riconducibile a terreni disboscati o la cui produzione non abbia causato degrado forestale.
Nuove regole quindi per bestiame e prodotti derivanti da allevamenti animali e poi ancora cacao, caffè, , soia, legno, olio di palma (una serie di derivati), gomma, carbone e carta stampata sono coperti dalla normativa – questi ultimi quattro aggiunti dagli eurodeputati durante i negoziati.
Requisiti aggiuntivi, in linea con la nuova politica a tutela di ambiente e biodiversità, sono il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene e dei diritti umani in conformità con la legislazione esistente nel Paese di produzione. Il Parlamento ha inoltre ottenuto una definizione più ampia di degrado forestale che include la conversione di foreste primarie o foreste che si rigenerano naturalmente in foreste di piantagioni o in altri terreni boschivi.
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Controlli e multe
Per quanto concerne i controlli, le autorità competenti dell’UE avranno accesso alle informazioni relative alla produzione fornite dalle aziende. Anche se resta il dubbio sui controlli, o quanto meno sulla possibilità di fornire dati non veritieri, appare efficace l’utilizzo delle coordinate di geolocalizzazione con cui effettuare i controlli con l’ausilio di strumenti di monitoraggio satellitare e analisi del DNA per verificare la provenienza dei prodotti.
Ci sarà poi una classificazione sul rischio, per i singoli Paesi, da cui la Commissione europea partirà proprio per effettuare i controlli: basso, standard e alto rischio. I diversi livelli dipenderanno dal risultato di controlli preliminari da fare entro diciotto mesi dall’entrata in vigore del regolamento. Minore sarà il rischio, nel livello di classificazione, più veloci e semplificate saranno le procedure di due diligence.
Multe previste per chi non rispetta le regole: fino al 4% del fatturato dell’azienda, del professionista o dei diversi operatori, nell’intera UE.
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