Che la tassonomia dell’Unione europea, vale a dire il sistema di classificazione che stabilisce le attività considerate economicamente sostenibili, sia ancora una partita aperta lo dimostrano due notizie, giunte praticamente in contemporanea.
La prima: la Commissione europea ha presentato negli scorsi giorni la proposta di regolamento che “integra il regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo” stabilendo i criteri tecnici per raggiungere i nuovi e ambiziosi obiettivi ambientali che riguardano, tra gli altri, la gestione sostenibile dell’acqua e la transizione verso l’economia circolare.
In più la Commissione propone “modifiche mirate dell’atto delegato relativo agli aspetti climatici della tassonomia” e sull’atto delegato relativo all’informativa della tassonomia. Proprio sull’atto delegato che ha inserito il gas e il nucleare tra le fonti considerate dall’Unione europea come ambientalmente sostenibili, invece, alcune delle più note ong a livello globale – da Greenpeace al WWF a Transport & Environment – hanno da poco annunciato l’avvio di un contenzioso legale.
La partita sulla tassonomia, insomma, è ancora tutta da giocare.
Leggi anche: lo Speciale sulla tassonomia
Le modifiche della Commissione sulla tassonomia
Lo scorso 5 aprile si è aperta la fase di consultazione sulle proposte di integrazione della Commissione europea in merito alla tassonomia, che intende in questo modo ampliare le tutele ambientali che i nuovi finanziamenti dovranno osservare. I nuovi obiettivi da raggiungere sono:
- uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine
- transizione verso un’economia circolare
- prevenzione e riduzione dell’inquinamento
- protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi
C’è tempo fino al 3 maggio per presentare le proprie osservazioni, in modo da migliorare o criticare la bozza della Commissione, liberamente consultabile sul sito. Le 19 pagine elaborate dalla Commissione ripercorrono il lungo iter che ha portato all’approvazione dell’atto delegato, così contestato e attivo dall’1 gennaio 2023, che nelle intenzioni delle istituzioni europee puntano a “contribuire a convogliare il capitale verso attività che contribuiscono in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo”. È il 9 marzo 2022 quando la Commissione adotta il regolamento delegato 2022/12146 che, come già accennato, inserisce la produzione di energia dal nucleare e dal gas come “sostenibili” e prevede per entrambe le attività obblighi specifici di informativa.
Il nuovo atto delegato, quello in fase di osservazione, stabilisce invece “i criteri di vaglio tecnico in base ai quali determinate attività economiche nei settori dell’industria manifatturiera, dell’approvvigionamento idrico, delle reti fognarie, della gestione e bonifica dei rifiuti, dell’edilizia, dell’ingegneria civile, della gestione del rischio di catastrofi, dell’informazione e della comunicazione, protezione ambientale e attività di restauro e sistemazione” debbano contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali citati in precedenza.
”Poiché è probabile che il cambiamento climatico influisca su tutti i settori dell’economia – si legge nella bozza della Commissione – tutti i settori dell’economia dovranno essere adattati all’impatto negativo del clima attuale e del futuro. La legge delegata al clima in materia di tassonomia ha quindi stabilito criteri di vaglio tecnico per l’adattamento ai cambiamenti climatici per tutti i settori e le attività economiche che erano coperti dai criteri di vaglio tecnico per la mitigazione dei cambiamenti climatici. A causa dei limiti di tempo, la piattaforma e la Commissione non sono state in grado in questa fase di sviluppare criteri di adattamento anche per le attività incluse nell’atto delegato in materia di tassonomia ambientale per adattarle ai cambiamenti climatici. La Commissione mira a sviluppare criteri di vaglio tecnico per le attività pertinenti per adattarle ai cambiamenti climatici in futuro”.
Leggi anche: Gli impatti della crisi climatica e l’importanza dell’adattamento nel nuovo report Ipcc
“No al greenwashing della tassonomia”
Ci vediamo in tribunale: è questo il messaggio che accomuna le azioni di Greenpeace e ClientEarth, WWF European Policy Office, BUND (Friends of the Earth Germany), Transport & Environment. Si tratta di alcune delle più note e apprezzate ong a livello europeo che hanno deciso di perseguire la via legale per contrastare, dicono, il greenwashing del gas e del nucleare.
Nello specifico Greenpeace ha annunciato che otto sue organizzazioni – Germania, Francia, Spagna, Italia, Belgio, Lussemburgo, Europa centrale e orientale e l’Unità europea di Greenpeace – stanno intentando una causa alla Corte di giustizia europea contro la Commissione europea. Già il 9 settembre 2022 le stesse organizzazioni di Greenpeace avevano chiesto alla Commissione di rivedere la sua decisione sull’inclusione del gas fossile e del nucleare nella tassonomia. La Commissione ha però respinto tale richiesta l’8 febbraio 2023, così da spingere le organizzazioni a rivolgersi all’unico tribunale che potrebbe annullare la decisione della Commissione.
Nella giornata di ieri alcune attiviste e attivisti di Greenpeace si sono recati a Lussemburgo, sede della Corte, per promuovere la causa legale. Tra le persone c’era anche l’italiano Vanni Destro, che ha presentato la situazione tragica del delta del Po. “L’estrazione di gas è una minaccia enorme per la nostra comunità nel delta del Po – ha detto Destro – Il terreno sta affondando e il mare si sta alzando. Quando sento parlare di decisioni come questa ridicola etichetta verde per il gas e il nucleare, mi viene da pensare che l’Ue abbia le sue priorità completamente sbagliate. Passano il loro tempo a trovare modi per arricchire chi inquina e non si preoccupano dei danni alle comunità come la mia”.
Anche il governo austriaco ha chiesto alla Corte di annullare l’atto delegato della Commissione. Come fa notare ancora Greenpeace, infatti, l’atto della Commissione ha già avuto effetti: poco dopo l’adozione della tassonomia dell’Unione europea nel luglio 2022, Electricité de France ha annunciato l’intenzione di sostenere il finanziamento dei suoi reattori nucleari vecchi e mal tenuti mediante l’emissione di obbligazioni verdi in linea con la tassonomia.
“Siamo in una corsa contro il clima e il crollo ecologico – ha dichiarato Ariadna Rodrigo, attivista per la finanza sostenibile dell’UE di Greenpeace – Respingendo il tentativo disonesto della Commissione di greenwashing del gas e del nucleare, la Corte può dare all’UE una possibilità di lottare per raggiungere il traguardo. Nel frattempo, gli inquinatori stanno già utilizzando questa falsa etichetta per sottrarre finanziamenti verdi lontano da dove è necessario. Se risparmi denaro con un fondo pensione verde, ad esempio, quel fondo potrebbe ora sostenere l‘espansione delle industrie dei combustibili fossili e del nucleare. Questo è inaccettabile, ed è per questo che oggi siamo in tribunale”.
Leggi anche: Esperti Ue, una tassonomia “a semaforo” per correggere gli errori su gas e nucleare
© Riproduzione riservata