fbpx
venerdì, Dicembre 13, 2024

Ragioni e critiche al termovalorizzatore a Roma. E le nostre domande alla giunta Gualtieri

Da quando il 20 aprile il sindaco ha annunciato l’intenzione di realizzare un impianto da 600mila tonnellate annue, per trattare i rifiuti indifferenziati, nella Capitale non si parla d’altro. Ecco le posizioni in campo. Mentre la scelta della giunta rischia di penalizzare la raccolta differenziata e l’economia circolare

EconomiaCircolare.com
EconomiaCircolare.com
Redazione EconomiaCircolare.com

“Spesso chi critica il termovalorizzatore non dice quale sia l’alternativa”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri prova a rilanciare dopo gli attacchi che gli sono piovuti addosso dallo scorso 20 aprile, quando al Consiglio comunale straordinario che stava trattando proprio l’annoso tema dei rifiuti ha annunciato l’intenzione di realizzare un termovalorizzatore a Roma per trattare i rifiuti indifferenziati. “Senza questo impianto – ha aggiunto oggi Gualtieri a Radio24 – io dovrei fare una discarica da un milione di tonnellate a Roma ogni due anni e mezzo. Questa è l’alternativa tecnicamente esistente”.

L’obiettivo dell’ex ministro dell’Economia del governo Conte II è di realizzare l’impianto addirittura entro il Giubileo 2025, o al più tardi entro il 2026, anno di termine della consiliatura. Al di là degli annunci, quel che è certo è che si punta a realizzare un impianto di incenerimento con una capacità di trattamento di 600mila tonnellate annue, con l’obiettivo di chiudere l’impianto di trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia. L’impianto sarà “a controllo pubblico” e con esso si mira a ridurre il conferimento in discarica: attualmente, secondo dati riportati dallo stesso Gualtieri, “Roma manda in discarica ben 450mila tonnellate l’anno di rifiuti, ovvero il 30% di quelli prodotti, ben al di sopra della media nazionale”. Ancor più sorprendente il dato, noto ai più, per cui Roma e probabilmente al primo posto delle grandi città europee che più conferisce altrove i propri rifiuti: esattamente il 96% della raccolta differenziata e l’85% di quella indifferenziata.

Qualche altra informazione in più è arrivata oggi da Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente e ai Rifiuti a Roma. “Siamo arrivati con uno studio serio dei flussi e con uno studio serio della mappa della nostra città – ha detto a margine di un’iniziativa al Verano -, insieme ai luoghi dov’è possibile fare gli impianti, la piccola discarica di servizio che verrà fatta e i biodigestori“. In merito alle aree individuate per realizzare il termovalorizzatore l’assessora ha poi aggiunto: “Ci sono diverse opportunità, vogliamo un terreno pubblico e stiamo lavorando su questo: a brevissimo avremo anche la localizzazione”.

In ogni caso da due giorni il dibattito nella Capitale è concentrato sulla fattibilità e sull’opportunità di un termovalorizzatore. Ecco le principali posizioni in campo.

Leggi anche: lo Speciale sull’Incenerimento

A favore del termovalorizzatore a Roma

Che il Partito Democratico, il partito del sindaco Gualtieri, si schieri a favore del termovalorizzatore a Roma non può sorprendere. Così come non può sorprendere se scende in campo anche il segretario del Pd Enrico Letta. Che però su twitter non parla di termovalorizzatore – né tantomeno di inceneritore – ma sceglie la formula contorta di “strategia di valorizzazione energetica strutturale”. A sostegno di Gualtieri anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che, prima di partecipare a un evento in Campidoglio, ai giornalisti ha detto che “Gualtieri ha avuto il coraggio e il merito di dire la verità: Roma deve essere autosufficiente in tempi brevi o rimarrà sotto i rifiuti per sempre. Rischia di essere sommersa anche in occasione del Giubileo. Tutte le previsioni della città di questi anni sono saltate e senza scelte chiare nessuno sarà più disposto ad aiutare la Capitale. Lo diciamo da anni e collaboreremo per portare avanti programmi e sostenere strumenti più idonei a garantire rapidità, certezza ed efficacia per essere pronti”.

A livello nazionale poi, fatta eccezione per la granitica opposizione M5S, l’ampia maggioranza parlamentare che sostiene il governo Draghi si ritrova compatta a sostenere l’ipotesi del termovalorizzatore a Roma. “Meglio tardi che mai” è il laconico tweet di approvazione di Matteo Salvini, segretario della Lega. Più dettagliato Carlo Calenda, leader di Azione: “Finalmente. Ottima decisione. Adesso è importante che la Regione e Nicola Zingaretti cambino rapidamente il Piano regionale sui rifiuti che non prevede un termovalorizzatore”. Esulta anche Vannia Gava, sottosegretaria alla Transizione ecologica e capo dipartimento ambiente della Lega, per la quale “il doppiopesismo del Pd tra Roma e Regione Lazio ha condannato i romani a essere sommersi dall’immondizia per troppo tempo e a renderci ridicoli in tutto il mondo”.

Dal punto di visto più tecnico, invece, c’è da registrare la posizione di Fise Assoambiente e del suo presidente Chicco Testa. “Meritano un convinto plauso le dichiarazioni con cui il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri ha affermato la necessità per la Capitale di dotarsi di un impianto di recupero di energia da rifiuti – ha affermato Testa – Solo così Roma potrà uscire dalla costante situazione emergenziale”.

Secondo i calcoli di Fise Assombiente, con il termovalorizzatore Roma smetterà di esportare rifiuti e metterli in discarica e, dotando il nuovo impianto di sistemi di cattura della CO2, consentirebbe di ridurre le emissioni di gas a un terzo del valore attuale delle emissioni globali del sistema rifiuti utilizzato. Il nuovo impianto produrrà energia per garantire il consumo di circa 350/400milafamiglie romane (circa il 30%) e consentirà ai cittadini un risparmio di almeno 30/40 milioni di euro.

Leggi anche: “L’incenerimento pregiudica il riciclo? Possibile, ma i dati non lo confermano”

Contro il termovalorizzatore a Roma

Su Repubblica Roberto Della Seta e Francesco Ferrante hanno ricordato che la quota di rifiuti bruciati dal termovalorizzatore, vale a dire 600mila tonnellate all’anno, equivale a più di un terzo di tutti i rifiuti urbani che si producono nella Capitale. Una cifra significativa che si aggiunge alle critiche arrivate dall’associazione A Sud. Laura Greco, presidente dell’associazione, afferma che si tratta di “un passo indietro di 30 anni e un fallimento per la politica. Una scelta incomprensibile che evidenzia ancora una volta la mancanza di una visione di lungo termine. La gestione dei rifiuti continua a essere affrontata in termini di emergenza anziché favorire un ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti”. A Sud ricorda poi Roma è maglia nera nel Lazio in termini di raccolta differenziata. Secondo i dati comunicati al MiTE, la quota differenziata di rifiuti urbani è anzi scesa dal 45,2% del 2019 al 43,8% del 2020. Lontani dalla media nazionale che raggiunge il 61% e lontani dall’obiettivo, fissato dall’Unione Europea del 65% entro il 2035.

“Speravamo da questa nuova giunta l’apertura di una nuova stagione per la città di Roma, fatta di dialogo, partecipazione e protagonismo del prezioso panorama della società civile capitolina- aggiunge Greco – invece il sindaco sceglie di decidere da solo. E lo fa su una delle questioni più paradigmatiche per il futuro della città”.

Dal punto di vista politico poi la presa di posizione del Pd è osteggiata, come accennato, dagli alleati del partito guidato da Giuseppe Conte. Ciò potrebbe non solo allungare notevolmente i tempi di realizzazione ma addirittura mettere in crisi la giunta regionale (è la tesi ad esempio di Fratelli d’Italia). Roberta Lombardi, assessora pentastellati alla Transizione Ecologica della Regione Lazio, ha diffuso una nota piccata in cui nega la disponibilità annunciata dal presidente Zingaretti e spiega che “il Piano Rifiuti della Regione Lazio non prevede l’installazione di nuovi inceneritori. Un vincolo che vale per tutti i territori del Lazio, compresa Roma. L’idea di Gualtieri di realizzare un termovalorizzatore non è fattibile, non troverà mai il nostro consenso e non ha nulla a che vedere con la transizione ecologica, perché un inceneritore di tale portata di ecologico non ha proprio nulla. Gualtieri ci spieghi come riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero possano conciliarsi con la creazione di un impianto monstre da 600mila tonnellate. Un progetto simile non risolverebbe i problemi dei rifiuti a Roma e andrebbe contro tutti i dettami dell’Unione europea e di quell’economia circolare dietro la quale ci si vuole nascondere per giustificare una scelta vecchia e ambientalmente dannosa. Il futuro è vedere i rifiuti come una preziosa risorsa di materie prime seconde, vista anche la carenza a livello mondiale di sempre più materiali, e non certo come un problema da incenerire”.

Leggi anche: Nuovi inceneritori? “L’Italia piuttosto deve iniziare a disfarsi di quelli vecchi”

Le nostre domande aperte sul termovalorizzatore a Roma

EconomiaCircolare.com ha analizzato in passato la gestione dei rifiuti nelle città, dedicando al tema speciali e approfondimenti, anche sulla Capitale. La nostra redazione ha perciò stilato una serie di domande aperte sulla questione del termovalorizzatore a Roma, che rivolgiamo sia al sindaco Gualtieri – che si è esposto per primo – sia all’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi, con l’obiettivo di fare chiarezza e dare ai cittadini romani e non la possibilità di farsi un’idea chiara dei diversi risvolti del progetto.

  • Non temete che un impianto del genere disincentivi il raggiungimento dei target di differenziata e blocchi gli investimenti nell’impiantistica sul riciclo?
  • La gerarchia europea dei rifiuti mette l’incenerimento agli ultimi posti insieme alle discariche: non vi  pare che in questo modo si affronti il problema dalla coda?
  • La giunta Gualtieri può assicurare che bruciando 600mila tonnellate nel futuro impianto non sarà più necessario aprire una discarica?
  •  A che punto sono i progetti sugli impianti di recupero e riciclo?
  • Gli impianti di termovalorizzazione, in nome del principio di matrice europea Do not significant harm (DNSH), sono categoricamente esclusi dalle tipologie di progetti finanziabili perché ritenuti dannosi per l’economia circolare. Con quali fondi sarà realizzato l’impianto?
  • L’assessore all’Ambiente della Regione Lazio si è sempre detto contrario a questi impianti, non contemplati dal Piano regionale dei rifiuti. Come riuscirete a realizzare un impianto che non può ricevere fondi europei e non è previsto nei piani della Regione?
  • Una recente ricerca pubblicata da Zero Waste Europe in Spagna, Repubblica Ceca e Lituania ha rilevato un alto livello di contaminazione in prossimità degli impianti di incenerimento, anche di ultima generazione. Come farete ad assicurare un impatto ambientale “praticamente nullo”?
  • Controllo pubblico significa maggiori costi a carico dei cittadini?
  • Sul tema e sulla localizzazione l’amministrazione intende avviare un dibattito pubblico?
  • Saranno previste compensazioni per il territorio che ospiterà l’impianto?
  • Siccome la termovalorizzazione è uno degli ultimi anelli della gerarchia europea dei rifiuti, cosa farete per aumentare la riduzione dei rifiuti e la differenziata?
  • Pur con tutte le procedure straordinarie che avete già annunciato, e con un piano regionale che sarebbe da modificare, è davvero plausibile l’obiettivo della messa a regime del termovalorizzatore a Roma in appena tre anni, quando i tempi medi di realizzazione per impianti del genere oscillano tra i 5 e i 6 anni?

Leggi anche: Inceneritori di ultima generazione? “Inquinano anche loro”. Lo studio di Zero Waste Europe

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI