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lunedì, Novembre 4, 2024

Per il ministro Fratin “il regolamento Ue sugli imballaggi rischia di farci fare un passo indietro”

In poco più di due ore il ministro all'Ambiente e alla Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha illustrato alle commissioni Ambiente e Attività Produttive le linee programmatiche del suo dicastero. Confermando la scelta di "un approccio pragmatico" e "non ideologico" alle questioni ambientali

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Redazione EconomiaCircolare.com

“È tempo di pragmatismo”: in fondo le linee programmatiche del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), enunciate ieri pomeriggio dal ministro Gilberto Pichetto Fratin in Parlamento, si possono sintetizzare con queste parole, ripetute più volte nel corso dell’audizione lunga due ore presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive. C’era molta attesa sull’audizione del ministro Fratin, finora uno degli esponenti del governo Meloni più chiacchierati.

Poche sono state le sorprese – il ministro ha evocato la necessità di una legge sul clima e di una legge sul consumo di suolo, così come chiedono da anni le associazioni e i movimenti ambientali – e molte le conferme. Il titolare del dicastero ha confermato “l’approccio non ideologico”, aprendo a tutte le forme di energie e bacchettando l’Europa in merito al regolamento sugli imballaggi.

Più volte nel corso dell’audizione – cominciata con un omaggio alle vittime di Ischia e una presa di impegno perché “non si può morire di pioggia, significa che non si è operato bene a livello di governo centrale, di Regioni e di enti locali” – il ministro sostiene la formula “ma anche”. E dunque gli ottomila chilometri di costa italiana sono “uno scrigno di biodiversità” ma anche un’occasione da sfruttare per valorizzare la “vocazione turistica del nostro Paese”. Anche Fratin, poi, come il suo collega Nello Musumeci, invita a distinguere tra “abusi gravi e abusi veniali”.

Ma quali sono stati i temi e le frasi più di interesse, quelli sui quali il MASE intende distinguersi?

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L’economia circolare secondo il ministro Fratin

“Il nostro Paese è leader per il tasso di utilizzo circolare dei materiali pari 21,6%, a fronte di una media europea del 12,8% ed è al vertice della classifica degli Stati membri dell’Unione europea per tasso di riciclo di tutti i rifiuti, urbani e speciali con il 67,5% a fronte del 40,9% della Germania”. Così il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha cominciato la parte del suo intervento dedicata all’economia circolare. “Con questi dati – ha sottolineato il ministro – non possiamo che continuare a sostenere e a tutelare il sistema del riciclo italiano che è un valore aggiunto della Strategia nazionale per l’economia circolare, la cui attuazione sarà fondamentale in relazione al tema delle materie prime. critiche al fine di ridurre la dipendenza dall’estero e individuare catene di approvvigionamento alternative a livello nazionale. Ora è aperta una discussione in ambito Ue, con un regolamento che rovescerebbe questa impostazione. Abbiamo fatto presente che le modifiche non si fanno per andare indietro ma devono essere gli altri Paesi a raggiungerci”.

Citate anche le riforme del Pnrr per la gestione del ciclo dei rifiuti, dai decreti end of waste ai criteri ambientali minimi, dai nuovi impianti previsti per la raccolta differenziata al riciclo chimico e meccanico delle plastiche. “È fondamentale la piena e completa attuazione del Pnrr – ha ricordato il ministro Fratin –  Il ministero è titolare della quota più rilevante dei fondi europei nonché dei target e degli obiettivi. Siamo pronti a rispettare tutte le scadenze, anche se qualche target e qualche milestone del Piano potrà subire qualche lieve modifica, un’esigenza dettata dalle mutate condizioni economiche e del mercato, in primis per l’aumento dell’inflazione. Va considerata anche la capacità delle filiere di rispettare le consegne del PNRR, e a tal proposito abbiamo avviato uno studio per quel che riguarda le competenze del MASE”. Sono state poi annunciate nuove assunzioni per supportare gli enti locali nell’attuazione delle riforme ambientali e circolari previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ed è stato ricordato che verranno stanziati nei prossimi mesi 7 miliardi di euro per attuare le riforme previste dalla Strategia Nazionale dell’Economia Circolare.

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L’energia secondo il ministro Fratin

Sul capitolo energetico l’audizione del ministro si è focalizzata inizialmente sulle scadenze previste dal PNRR. “Per il 2023 – ha detto il ministro – bisogna costruire le basi per l’attuazione dello sviluppo del biometano e dell’agrivoltaico. Alcune delle principali aree di intervento riguardano poi l’idrogeno verde, sia per la sua produzione in aree industriale dismesse sia per il relativo utilizzo nei settori hard to abate. Bisognerà poi raggiungere l’aggiudicazione per implementare la ricarica elettrica delle auto nel Paese e quella per la depurazione delle reti fognarie, per la quale sono previste 600 milioni di euro entro la fine del 2023. C’è molto da fare ed è un’occasione unica che necessita della collaborazione di tutti”. La crisi energetica in corso minaccia di durare a lungo e, ancor peggio, di diventare strutturale. Ecco perché è utile comprendere quali sono le riforme che la nuova denominazione affidata al ministro Gilberto Pichetto Fratin, cioè la Sicurezza Energetica, intende mettere in campo.

“Mi spiace che nel dibattito le esigenze della sicurezza energetica vengano contrapposte alle tutele ambientali – ha osservato il ministro Fratin – In realtà si tratta di due facce della stessa medaglia. A patto che l’analisi sia effettuata senza pregiudizi ideologici e col pragmatismo del decisore pubblico, che deve essere lungimirante. L’Italia produce attualmente soltanto il 25% dell’energia necessaria. Il restante 75% viene importato da fonti estere sotto forma di gas, prodotti petroliferi e, ahimé, di carbone. Nelle scelte fatte negli ultimi 20 anni è stata priorità alle fonti rinnovabili, raggiungendo livelli assolutamente apprezzabili ma non ancora sufficienti. Dall’altra abbiamo ridotto drasticamente la produzione di idrocarburi ma non il consumo. Inoltre il conflitto russo-ucraino ha mostrato che la scelta di dipendere prevalentemente da un unico fornitore espone il sistema a forti rischi. È evidente che lo sviluppo delle rinnovabili è necessario ma in questa fase di transizione non possiamo non ricorrere al vettore energetico fossile più pulito, o meno dannoso, cioè il gas metano”.

Il governo Meloni, dunque, sceglie di agire nel solco già tracciato negli anni passati, continuando a perpetuare la narrazione del gas come combustibile di transizione. Una storia che però va avanti da decenni, e che è la causa principale dell’attuale crisi energetica e dell’aumento spropositato dei prezzi e delle bollette. Il ministro Fratin elogia poi la strategia di diversificazione delle forniture di gas, attuata dal governo Draghi, e spiega che a tal proposito è necessaria “l’installazione di almeno altri due rigassificatori nei porti di Piombino e Ravenna, oltre ai tre già operativi al massimo delle capacità” (quest’ultimo punto è però un auspicio che finora non si è mai realizzato”. Sul tema del gas il ministro Fratin appare più deciso rispetto all’economia circolare, e anzi auspica “il raddoppio del TAP” nonché altri due rigassificatori, da costruire a Porto Empedocle (Sicilia) e Gioia Tauro (Calabria). Lo scopo del governo Meloni è di far diventare l’Italia “ un hub europeo del gas“, ma “i benefici di questi investimenti saranno nulli se non verrà completata la cosiddetta Linea Adriatica, per decongestionare la rete di trasporto nazionale del gas”.

Al di là degli annunci sulle rinnovabili, come si può notare la priorità del governo Meloni è il potenziamento del gas, soprattutto GNL, con opere che, se realizzate, legheranno il nostro Paese al gas per decenni. “Tra le politiche di approvvigionamento energetico – ha aggiunto il ministro – punteremo a favorire la riconversione delle raffinerie petrolifere in bioraffinerie che produrranno biocarburanti. Inoltre, agiremo su una doppia strategia che prevede, da un lato politiche attive di riduzione del consumo con l’efficienza energetica, dall’altro la differenziazione delle fonti energetiche, privilegiando lo sviluppo di energie rinnovabili, biocombustibili e idrogeno. Infine, sarà rafforzato il presidio scientifico per l’attuazione di impianti nucleari di quarta generazione“.

Insomma: sull’energia la scelta è quella di non scegliere oppure, a seconda dei punti di vista, quella di favorire tutte le forme.

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