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lunedì, Dicembre 9, 2024

“Vi racconto come si preparano all’apocalisse climatica i miliardari come me”

Da tempo i miliardari si stanno preparando a fronteggiare qualsiasi tipo di disastro ecologico. In questo articolo immaginiamo la testimonianza in prima persona da parte di uno di essi. A partire da un articolo del Guardian che ha fatto molto discutere negli scorsi mesi

Andrea Turco
Andrea Turco
Giornalista freelance. Ha collaborato per anni con diverse testate giornalistiche siciliane - I Quaderni de L’Ora, radio100passi, Palermo Repubblica, MeridioNews - e nazionali. Nel 2014 ha pubblicato il libro inchiesta “Fate il loro gioco, la Sicilia dell’azzardo” e nel 2018 l'ibrido narrativo “La città a sei zampe”, che racconta la chiusura della raffineria di Gela da parte dell’Eni. Si occupa prevalentemente di ambiente e temi sociali.

Mai parlare con i giornalisti: è una delle prime regole che noi miliardari dovremmo tenere a mente. E invece nel 2018 cinque persone appartenenti alla mia stessa razza, americani ai vertici del mondo degli investimenti tecnologici e degli hedge fund, hanno chiamato Douglas Rushkoff, docente di Teoria dei media ed economia digitale a New York e soprattutto collaboratore del Guardian, per raccontargli come si stanno preparando all’apocalisse climatica. E quello che ha fatto? Ovviamente ci ha scritto un articolo, a distanza di anni. Forse lo hanno convinto le sciagure come il Covid, la guerra in Ucraina e soprattutto la crisi climatica, che si è fatta sempre più intensa.

A questo punto diventa necessario avere la versione diretta, non filtrata, di uno di noi. Che vi racconti quella che è diventata la nostra ossessione, e non ancora la vostra, sciagurati: la sopravvivenza. Non dirò qui quello che dovreste già sapere dai vostri media, dalla vostra comunità scientifica, dalle vostre istituzioni: altro che cambiamento climatico, altro che crisi climatica, sta per arrivare l’apocalisse climatica. Voi non siete pronti, noi miliardari sì.

Ringrazio EconomiaCircolare.com per lo spazio e a voi che ci leggete solo una raccomandazione iniziale: la mia confessione non è un sollecito a emularci, non ne avete le risorse, quanto piuttosto un avviso. Quella che vi pare fantascienza è già qui.

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Noi miliardari siamo pronti a tutto

Ultimamente vi state divertendo a dileggiarci nei vostri racconti. Vi appassionate a serie come Succession o The Crown, e godete nell’assaporare ogni nostra presunta meschinità, per rafforzare in voi l’idea che in fondo i soldi non fanno la felicità. Sarà pur vero ma intanto i soldi ci garantiscono la sopravvivenza. Al giornalista del Guardian gli appartenenti alla mia razza hanno chiesto:  Nuova Zelanda o Alaska? Vi anticipo che se  non sapete intuire il motivo di questo quesito siete già nei guai. I miei colleghi intendevano capire dal giornalista “quale regione sarebbe stata colpita dall’imminente crisi climatica”.

Da lì in poi è stata una pioggia torrenziale, è proprio il caso di dirlo, di domande. “Qual è la minaccia maggiore: il riscaldamento globale o la guerra biologica? Per quanto tempo si dovrebbe pianificare di essere in grado di sopravvivere senza aiuti esterni? Un rifugio dovrebbe avere una propria riserva d’aria? Qual era la probabilità di contaminazione delle falde acquifere? Come faccio a mantenere l’autorità sulla mia forza di sicurezza dopo l’evento?”.

Capito? Mentre voi vi arrabattate a comprendere come schivare il prossimo “evento meteorologico estremo”, noi siamo pronti a tutto. Siamo pronti ad affrontare la scomparsa delle terre emerse, il collasso ambientale, il nuovo devastante virus (che al confronto il coronavirus sarà stato un solletico), l’esplosione nucleare, la guerra globale, le rivolte per le strade quando mancheranno in maniera continuativa energia ed acqua e cibo, l’errore della macchina alla quale avremo affidati i destini del mondo, la rivolta dei robot. Sorridete, vero? Ripeto: quella che a voi pare fantascienza per noi è il futuro prossimo.

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Miliardari? Chiamateci pionieri

Tra di noi c’è chi ha creato bunker sotterranei, chi ha assoldato i militari della US Navy, chi sta accelerando sulla costruzione dei robot per avere al proprio servizio guardie indistruttibili e fedeli, chi fa affidamento su società che offrono già adesso servizi come l’imitazione della luce naturale o la simulazione di spazi verdi.

A un certo punto il giornalista del Guardian racconta di aver provato a confrontarsi coi miliardari che lo avevano assoldato. “Ho cercato di ragionare con loro – scrive – Ho presentato argomentazioni pro-sociali a favore della partnership e della solidarietà come migliori approcci alle nostre sfide collettive a lungo termine. Ho spiegato che il modo per far sì che le guardie mostrino lealtà in futuro è trattarle come amici in questo momento. Non investite solo in munizioni e recinzioni elettriche, investite in persone e relazioni. Hanno sgranato gli occhi di fronte a quella che deve essere sembrata loro una filosofia hippy”.

Io, al posto loro, mi sarei fatto una grassa risata. Ma quale solidarietà! La nostra ricchezza deriva proprio dal più feroce individualismo, come spiega bene l’ultimo rapporto Oxfam, intitolato non a caso “La sopravvivenza dei più ricchi”. Lasciate perdere i miliardari come Jeff Bezos o Elon Musk: il loro interesse verso lo spazio è soltanto l’ansia di intercettare un nuovo business. Sì, colonizzeremo gli altri pianeti, ci arriveremo, ma si tratta di un orizzonte lontano. E invece l’apocalisse, specie quella climatica, è vicina. Ecco perché noi miliardari stiamo lavorando da tempo, da anni a dirla tutta, per continuare a sopravvivere senza perdere i nostri privilegi, o almeno per perderne meno possibili. Siamo dei pionieri, imparate a riconoscerlo. Lavoravamo negli uffici quando stavate nelle fabbriche, lavoravamo da casa quando stavate negli uffici, lavoriamo in giro per il mondo coi nostri jet privati ora che lavorate da casa.  Voi discutete pure di smartworking, di diritto all’aria condizionata, di piani di adattamento. Ci vorrebbe ben altro, e mi pare che il pianeta stia facendo di tutto per farvelo capire. Altro che transizione ecologica, ci vorrebbe una rivoluzione ecologica. Noi abbiamo distrutto il mondo, col nostro insostenibile di vita, e noi ci salveremo da esso. O no?

Leggi anche: Ridurre le emissioni dei ricchi per contrastare la crisi climatica. Lo studio su Science Direct

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