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mercoledì, Maggio 22, 2024

Dai rivenditori dei materiali una spinta all’economia circolare dell’edilizia

È nato il consorzio REC, che trasforma la rete di rivenditori edili in punti di raccolta dei rifiuti di costruzione e demolizione facendone un anello importate per chiudere il cerchio

Daniele Di Stefano
Daniele Di Stefano
Giornalista ambientale, un passato nell’associazionismo e nella ricerca non profit, collabora con diverse testate

I rivenditori di materiali edili si propongono, con la nascita del consorzio REC (Recupero edilizia circolare), tra i protagonisti dell’economia circolare nella filiera dell’edilizia. Nato nel maggio scorso per iniziativa di Federcomated (la Federazione nazionale commercianti materiali da costruzione edile di Confcommercio), il consorzio REC riunisce appunto quei centri vendita che vogliono promuovere l’attività di recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) approfittando delle nuove norme inserite nel Codice Ambientale.

Le nuove norme e i CPR

Le nuove norme inserite a settembre 2020 nel Testo unico ambientale consentono la creazione del “Deposito preliminare alla raccolta”, dando così la possibilità ai centri vendita di materiali edili di diventare punti di raccolta dei rifiuti da costruzione e demolizione. Il consorzio REC aiuta i rivenditori consorziati ad allestire delle aree dedicate, i CPR-Centri preliminari alla raccolta, nelle quali raggruppare i rifiuti secondo le procedure del ‘’deposito temporaneo’’.

“Le imprese edili oggi devono fare tanti chilometri per depositare i materiali di risulta dei cantieri – sottolinea Francesco Freri, presidente del consorzio REC – noi allestiamo all’interno dei magazzini edili, che hanno già rapporti con queste imprese, dei centri preliminare di raccolta. L’impresa domani potrà andare nel centro più vicino al proprio cantiere, scaricare macerie e caricare nuovi materiali, col vantaggio di avere un unico posto dove conferire i rifiuti e approvvigionarsi di nuovo materiale”.

Nell’area scelta come deposito preliminare alla raccolta – “che dovrà avere caratteristiche ben definite illustrate dal disciplinare elaborato dal nostro comitato tecnico scientifico”, spiega ancora Freri – “ci saranno diversi spazi suddivisi per tipologia di rifiuti in base a codice CER (codice europeo dei rifiuti). Una volta allestita questa zona, mettiamo poi in collegamento il rivenditore con gli impianti di riciclo per trasformare il rifiuto in un nuovo prodotto. Per questo il consorzio, grazie la rete capillare dei rivenditori edili, offre una soluzione al tema della raccolta”.

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Più raccolta, maggiore qualità dei materiali

L’obiettivo del consorzio, spiega una nota, è “la creazione di un circuito qualificato di vendita di materiali riciclati certificati, fattibile solo attraverso la buona pratica di differenziazione e organizzazione, la tracciabilità e il controllo nella movimentazione dei rifiuti C&D e l’organizzazione di una rete per raccogliere dati sulle movimentazioni di rifiuti che saranno comunicati e resi pubblici ai misteri competenti”.

Grazie ad un comitato tecnico scientifico, il consorzio – cui possono aderire centri vendita di materiali edili ma anche impianti di recupero e di riciclo, trasportatori autorizzati e produttori di materiali per l’edilizia – ha elaborato un disciplinare, a disposizione degli associati, “che propone regole sicure e condivise per lo svolgimento delle attività”. In modo da garantire di operare, assicura ancora il consorzio, “in un contesto guidato e protetto rispetto ai possibili rischi nella gestione dei rifiuti. E diventano punti di diffusione di eco-materiali qualificati”.

La rete è in fase di avviamento: “Abbiamo già una sessantina di punti vendita che hanno compilato le scheda di interesse – chiarisce Freri – su alcuni abbiamo già fatto i sopralluoghi e siamo pronti a partire tra settembre e ottobre. Intanto stiamo portando avanti una serie di iniziative di promozione per far aderire il maggio numero di punti vendita”. E il meccanismo messo in piedi dovrebbe garantire una raccolta maggiore dal punto di vista della quantità e migliore nella qualità dei materiali: “La qualità migliorerà sicuramente perché il distributore non potrà accettare materiali se non da imprese iscritte all’albo gestori ambientali e che avranno tutte la caratteristiche per conferire, e non potrà accettare materiale che non sia già selezionato”. Con garanzie anche in termini di trasparenza.

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Maggiori garanzie per la contabilizzazione

“A fronte delle semplificazioni per la creazione dei depositi preliminari alla raccolta inserite nel testo unico ambientale, le rivendite italiane si impegneranno sul tema dei dati e dei flussi”, spiega Freri. EconomiaCircolare.com ha già raccontato gli attuali limiti nella contabilizzazione dei rifiuti da C&D avviati a riciclo: “Oggi – aggiunge Freri – non sono ben rendicontati: se in Lussemburgo si producono 10 tonnellate/abitante di rifiuti C&D e in Italia solo 0,85 c’è qualcosa che non va, c’è molto sommerso”. Per questo, chiarisce il presidente del consorzio, “stiamo sviluppando una piattaforma digitale che nel momento del conferimento dei rifiuti permetterà di caricare il dato in modo da avere una rendicontazione su come, quando e sulla tipologia di rifiuto conferito. Il tema dei dati è essenziale e strategico”.

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 Win-win

Quello che dal punto di vista commerciale tiene in piedi il sistema, spiega ancora il presidente del consorzio REC, è un meccanismo win-win per il quale tutti gli attori della filiera delle costruzioni avranno un piccolo vantaggio: “Le imprese avranno il vantaggio di poter scaricare i materiali vicino al cantiere, l’impresario non dovrà perdere e tempo e potrà scarica i rifiuti nello steso luogo dove acquista i materiali, e per questo sosterrà le regole definite dal disciplinare. Il rivenditore si farà pagare per ricevere il rifiuto e quando lo conferirà all’impianto di trattamento avrà un piccolo margine di profitto. Gli impianti avranno una rete selezionata di punti di raccolta che seguono un disciplinare, avranno grossisti rispetto ai micro conferimenti. Le industrie produttrici, infine, sulla base delle informazioni raccolte dalla rete potranno fare dei ragionamenti di end of waste dei loro prodotti”.

Inoltre, secondo le intenzioni di Federcomated, una volta riciclate, le nuove materie prime avranno nei rivenditori una rete capillare di distribuzione, “rete che oggi, in Italia e in Europa, non esiste”.

Si tratta, conclude Freri, “di un’importante conquista di grande valore sociale ed economico, un sistema di vantaggi win-win per tutti gli attori della filiera delle costruzioni e per l’intera collettività. Si tratta di un’occasione che va colta e perseguita con tenacia per l’ambiente, il valore sociale e la generazione di valore”.

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