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lunedì, Dicembre 9, 2024

ZWE: rivedere la gerarchia UE rifiuti e derubricare l’incenerimento

Il nuovo rapporto di Zero Waste Europe chiede una moratoria a livello europeo sugli inceneritori di rifiuti

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Redazione EconomiaCircolare.com

Sia perché in Europa c’è una sovraccapacità impiantistica di inceneritori, sia nel tentativo di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio, sia per ridurre il contributo dell’incenerimento al cambiamento climatico e per avviare la gestione dei rifiuti verso un percorso più sostenibile, Zero Waste Europe chiede (in uno studio appena pubblicato) che venga introdotta una moratoria europea sugli inceneritori e che venga rivista la gerarchia dei rifiuti, portando l’incenerimento all’ultimo gradino, insieme alla discarica.

Afferma Janek Vahk, responsabile delle politiche per l’inquinamento zero di Zero Waste Europe: “In un’epoca in cui la gestione dei rifiuti e la sostenibilità ambientale sono al centro dell’attenzione, i risultati di questo studio per Zero Waste Europe sono chiari: è tempo di una moratoria sull’incenerimento. Con la sovraccapacità che incombe e gli obiettivi di riciclaggio all’orizzonte, l’Unione Europea deve rivalutare il ruolo dell’incenerimento nella sua gerarchia di gestione dei rifiuti”.

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Capacità di incenerimento in eccesso

Secondo lo studio “Quando è troppo è troppo. La necessità di una moratoria sull’incenerimento”, realizzato da Equanimator per Zero Waste Europe, l’UE ha un’eccedenza di capacità di incenerimento.

L’UE ha registrato un aumento annuale di circa 8 milioni di tonnellate di capacità di incenerimento dei rifiuti dal 2004 al 2020 (l’ultimo anno per il quale erano disponibili i dati di Eurostat). 60 milioni di tonnellate di capacità aggiuntiva di incenerimento dei rifiuti sono rimasti inutilizzati solo nel 2020. Entro quest’anno, la capacità totale potrebbe essere salita a circa 220 milioni di tonnellate.

Secondo i calcoli di ZWE e Equanimator, “anche se tutti i rifiuti adatti all’incenerimento e coincenerimento venissero effettivamente inviati a tali impianti, con il rispetto degli obiettivi di riciclo per i rifiuti solidi urbani e con una selezione aggiuntiva dei rifiuti indifferenziati in eccesso, la capacità di incenerimento sarebbe più o meno come quella attuale: rimarrebbe un significativo surplus di capacità di circa 60 milioni di tonnellate. Questa cifra scende a 50 milioni di tonnellate se si ipotizza che i rifiuti solidi urbani crescano ai tassi storici tra il 2020 e il 2035”.

Per questo, suggerisce il rapporto, “gli Stati membri in cui esiste già un eccesso di capacità dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di imporre moratorie e, potenzialmente, di gestire una riduzione della capacità”.

Secondo ZWE “il 5% degli inceneritori potrebbe essere dismesso ogni anno”.

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Gli ostacoli al phasing out degli inceneritori

Ad ostacolare il ridimensionamento della capacità di incenerimento, si legge nel documento, “deriva dalla sua posizione privilegiata all’interno della gerarchia dei rifiuti, un sistema che stabilisce l’ordine di preferenza dei metodi di gestione dei rifiuti”. Come sappiamo, nell’ordine di preferenza indicato dalla gerarchia europea dei rifiuti (direttiva quadro) all’ultimo posto c’è la discarica, e un gradino più su l’incenerimento.  Secondo ZWE questa preferenza data all’incenerimento “è in gran parte ‘ideologica’”, sottolineando che il processo di dismissione degli impianti “sarebbe più semplice se non fosse per questa posizione privilegiata”.

Viene quindi proposta una rivalutazione del ruolo dell’incenerimento nella gerarchia dei rifiuti, con una potenziale riclassificazione come operazione di smaltimento. Entro il dicembre 2024, la direttiva quadro sui rifiuti impone una valutazione delle operazioni di smaltimento, “offrendo l’opportunità di rivedere il ruolo dell’incenerimento nella gerarchia dei rifiuti e di affrontare i problemi di sovraccapacità”. Infatti, sostiene ZWE, “inserire l’incenerimento e la messa in discarica di rifiuti adeguatamente pretrattati nello stesso livello – il più basso – della gerarchia dei rifiuti, probabilmente garantirebbe una maggiore flessibilità agli Stati membri che perseguono tassi di riciclaggio più elevati e consentirebbe progressi più rapidi verso la mitigazione del clima”.

“Con l’avvicinarsi della scadenza per la valutazione dell’articolo 12 della Direttiva Quadro sui Rifiuti – ha dichiarato Vahk – la richiesta di cambiamento è più forte che mai: l’incenerimento deve essere riclassificato come operazione di smaltimento, con criteri rigorosi per il trattamento dei rifiuti urbani”.

Il rapporto chiede anche di “riconsiderare la quota del 10% di discariche, soprattutto per i rifiuti residui trattati correttamente”.
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