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mercoledì, Maggio 15, 2024

“Sette europei su dieci sono preoccupati per l’aumento degli imballaggi di carta e cartone”

Sondaggio YouGov per l’associazione Fern: 6 mila intervistati totali in Germania, Francia, Svezia, Italia e Finlandia. Secondo Fern, la proposta di regolamento sugli imballaggi sarebbe “a rischio annacquamento”

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Redazione EconomiaCircolare.com

Secondo un sondaggio YouGov condotto per l’associazione europea Fern (che si occupa di protezione delle foreste e dei diritti delle persone che da esse dipendono) un’ampia maggioranza degli europei (oltre il 70%) è preoccupata per l’aumento degli imballaggi in carta e cartone. Dopo i risultati della nostra survey sullo sfuso (leggi qui) un altro segnale contro l’overpackaging.

“Questo sondaggio – commenta Hannah Mowat, Campaigns Coordinator di Fern – dimostra che i consumatori europei sono molto più avanti dei loro politici quando si tratta di rifiuti di imballaggi di carta”.

I risultati

Più di sette persone su dieci tra quelle che hanno partecipato al sondaggio di YouGov commissionato da FERN e condotto in Germania, Francia, Svezia, Finlandia e Italia sono allarmate per l’aumento del consumo di imballaggi. Per poco meno di sei cittadini su dieci, la preoccupazione è legata agli effetti che questa crescita ha sulla foreste. L’Italia è uno dei Paesi dove questa preoccupazione è maggiore. Rispetto alla media del 58%, infatti, in Italia è il 67% del campione a dichiararsi allarmato per la salute delle foreste, a fronte del 64% francese, del 57% Tedesco, del 55% svedese e del 44% finlandese.

Un terzo circa di chi ha partecipato al sondaggio europeo (30%) è preoccupato per le quantità crescenti di rifiuti di imballaggi in carta da dover gestire.

Una seconda domanda del sondaggio ha riguardato le responsabilità di ridurre l’uso di imballaggi in carta e cartone e i loro rifiuti. Il 25% del campione ritiene che questa responsabilità ricada sulle spalle dei singoli consumatori, il restante e largamente maggioritario 75% (tre intervistati su quattro) pensa invece che la riduzione degli imballaggi sia responsabilità dei governi. In Italia è l’82% delle persone interpellate a chiedere che la riduzione dei consumi fosse limitata per legge.

 

Le interviste sono state effettuate online da YouGov, tra l’11 e il 17 aprile, su un campione totale di circa 6.000 persone, di cui circa 2.000 in Germania e 1.000 negli altri Paesi (1100 in Italia). I riultati, spiega Fern, ”sono rappresentativi di tutti gli adulti” nei rispettivi Paesi.

Leggi anche: Regolamento Ue sugli imballaggi, la Commissione alleggerisce qualche target ma tira dritto sui principi

“Il regolamento imballaggi potrebbe essere annacquato”

L’aumento degli imballaggi di carta “è stato drammatico”, sottolinea Fern in una nota: “Nel 2020, nell’UE sono stati prodotti oltre 10 kg di rifiuti di imballaggi di carta in più per persona rispetto al 2012”. L’industria della pasta di legno e della carta “è uno dei maggiori utilizzatori di acqua dolce al mondo, solitamente contaminata dal cloro durante i processi produttivi. L’industria consuma inoltre il 4% dell’energia mondiale ed è ad alta intensità chimica, mentre il settore offre sempre meno posti di lavoro. Oggi circa tre miliardi di alberi vengono abbattuti in tutto il mondo per soddisfare la crescente domanda di imballaggi di carta”. La scorsa settimana, Fern ed Environmental Paper Network hanno pubblicato un rapporto che mette in luce i costi umani e ambientali del settore degli imballaggi a base di carta, prendendo a riferimento alcuni casi studio in Portogallo, Svezia, Finlandia, Cile e Indonesia.

A fronte di tutto questo, l’associazione si dice preoccupata perché, se da una parte la proposta di regolamento sugli imballaggi punta a tagliare i consumi, dall’altra, leggiamo ancora nella nota, “ci sono segnali che indicano che il regolamento, già insufficiente, potrebbe essere annacquato in modo tale da rendere il problema dei rifiuti da imballaggio in carta più grave che mai”. Secondo Fern, infatti, “le lobby del settore stanno lavorando duramente per annacquare o eliminare del tutto le nuove misure dell’UE che potrebbero contribuire ad affrontare il problema”. Protesta Mowat: “È ora che l’UE protegga i consumatori dalle pratiche abusive dell’industria degli imballaggi e passi a un’economia veramente circolare, che promuova i posti di lavoro locali e protegga il clima e la biodiversità”.

Anche Greenpeace teme che che la proposta di regolamento perda pezzi a causa delle lobby industriali: «Il regolamento europeo sugli imballaggi offre l’occasione alla politica per agire rapidamente e nella direzione auspicata dalla cittadinanza, come evidenziano gli esiti di questo sondaggio», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Abbiamo bisogno di tradurre in atti concreti i principi contenuti nelle varie direttive comunitarie approvate negli anni scorsi, introducendo finalmente obiettivi ambiziosi per prevenire la produzione di rifiuti e interventi che favoriscano il ricorso a imballaggi riutilizzabili. Solo così potremo realizzare una vera economia circolare e ridurre drasticamente la nostra dipendenza dalle materie prime, il cui crescente consumo impatta negativamente sugli ecosistemi naturali».

Aggiunge Sergio Baffoni, Campaign Coordinator di Environmental Paper Network (rete mondiale di oltre 150 organizzazioni della società civile che lavorano insieme per la Global Paper Vision: “I consumatori europei sono stufi di imballaggi eccessivi e si stanno rendendo conto che la carta non è automaticamente ‘verde’. Tagliare del tutto gli imballaggi, dove è possibile, e regolamentare i sistemi di riutilizzo integrato su larga scala, dove non è possibile, sarebbe un ottimo inizio”.

Leggi anche: Regolamento imballaggi, la bocciatura della commissione Politiche Ue del Senato

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