Come la pensano la Lega e la coalizione di centrodestra sulla prevenzione dei rifiuti, sul deposito su cauzione, sull’efficienza energetica? Lo abbiamo chiesto a Vannia Gava, deputata della Lega e sottosegretaria alla Transizione Ecologica. Una nuova tappa nel nostro cammino di accompagnamento al voto.
Come giudica la corsa a sostituire il gas russo con altre forniture? Che fine hanno fatto le rinnovabili? Qual è la ricetta della sua forza politica per risolvere il problema energetico a breve e lungo termine?
Se oggi l’Italia soffre di una eccessiva dipendenza dall’estero, e in particolare dal gas russo, è perché per quasi vent’anni è stata fatta una politica sbagliata. L’ambientalismo ideologico che si annida a sinistra ha impedito che si realizzassero rigassificatori, per esempio, ma anche che ci fosse una vera svolta sugli impianti di energia rinnovabile. Il governo di Enrico Letta ha fatto segnare un record nella dipendenza del nostro Paese dalla Russia. Tutti questi errori, commessi per così tanto tempo, hanno portato la situazione attuale e ora il conto è salatissimo. Ecco perché questo governo è dovuto intervenire per decreto per far realizzare un rigassificatore, perché abbiamo semplificato la realizzazione e l’istallazione di nuovi impianti fotovoltaici. Non basterà, però. Ecco perché la Lega ha proposto per prima e finalmente avvierà, tra meno di un mese, quando saremo al governo, la ricerca sul nucleare di ultima generazione.
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Come vi ponete in merito al piano di contenimento dei consumi energetici? Avete alternative e proposte che si possano accompagnare al contenimento?
Il risparmio energetico è sempre benvenuto. Non dimentichiamo che il super bonus, una misura per la quale ci siamo fortemente battuti in questi ultimi anni, era una misura finalizzata proprio risparmio energetico. Oggi è giusto responsabilizzare e invitare tutti ad un comportamento più sostenibile, ma certo non è il risparmio che ci consentirà di non dovere rallentare le produzioni industriali, che salverà i posti di lavoro. Bisogna mettere in campo un piano di emergenza di accompagnamento e lavorare sin da subito a un nuovo mix energetico nazionale.
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Crisi energetica e delle materie prime: qual è secondo voi il ruolo dell’economia circolare?
Questa crisi ci ha ricordato quanto sia importante recuperare il materiale, ridurre al massimo gli sprechi. Ecco perché bisogna far funzionare meglio l’economia circolare, evitare che ci siano sprechi. Per questa ragione abbiamo investito molte risorse, con questo governo, per recuperare materiale in alcuni settori ad alta dispersione: l’edilizia, ma, per esempio, anche l’abbigliamento, il tessile. I nuovi regolamenti che riguardano il materiale recuperato in edilizia sono importantissimi come gli interventi che abbiamo fatto sulla pubblica amministrazione.
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Quali iniziative prevede il vostro programma per la prevenzione della produzione dei rifiuti?
L’economia circolare, intesa come un nuovo modello di produzione e consumo volto all’uso efficiente delle risorse e al mantenimento circolare del loro flusso nel Paese, minimizzandone gli scarti, costituisce una sfida epocale che punta all’eco-progettazione di prodotti durevoli e riparabili per prevenire la produzione di rifiuti e massimizzarne il recupero, il riutilizzo e il riciclo per la creazione di nuove catene di approvvigionamento di materie prime seconde, in sostituzione delle materie prime vergini. Il successo della transizione ecologica dipenderà da un lato dalla capacità della pubblica amministrazione, delle imprese e del no-profit, di lavorare in sintonia di intenti secondo norme più semplici, spedite ed efficienti, e dall’altro da un generale aumento di consapevolezza e di partecipazione da parte dei cittadini (soprattutto dei più giovani, vero motore del cambiamento) anche attraverso un inedito sforzo di informazione, comunicazione e educazione nazionale verso la realizzazione di un pieno sviluppo sostenibile.
Inceneritori: favorevoli o contrari? Quanti dovrebbero essere nel paese? Come si finanziano?
Molto spesso la gestione dei rifiuti è stata affrontata con una visione ideologica nella quale si esalta una determinata tipologia di trattamento e se ne contesta un’altra.
Recentemente il Ministero della transizione ecologica ha varato il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, strumento strategico di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Tutte le regioni si dovranno adeguarsi a questo Piano che prevede l’autosufficienza impiantistica. Non è più pensabile che il nostro Paese sul tema dei rifiuti viaggi a due velocità e che ci possa essere ancora un turismo dei rifiuti da una regione all’altra o addirittura all’estero. Analizzando i dati relativi alle diverse forme di gestione messe in atto a livello regionale il programma evidenzia che, laddove esiste un ciclo integrato dei rifiuti grazie ad un parco impiantistico sviluppato, viene ridotto significativamente l’utilizzo della discarica.
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La sua forza politica è favorevole o contraria a:
– divieto di usa e getta?
Il divieto di usa e getta contribuisce all’obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti. Dato che si tratta una norma che va ad incidere sulle abitudini e gli stili di vita dei cittadini è importante sviluppare e diffondere nel cittadino una cultura del riuso, che diventi nel tempo una abitudine radicalizzata nella famiglia.
– plastic tax?
Per quanto riguarda la Plastic tax, invece, siamo stati sempre contrari a questa norma europea perché crediamo fermamente che non sia una tassa per tutelare l’ambiente, ma un nuovo balzello che rischia di mettere in difficoltà le nostre imprese. La plastica non va demonizzata: ci sono e vanno utilizzati gli impianto di recupero. Anzi nell’emergenza del Covid, la plastica e gli oggetti monouso sono stati fondamentali per contrastare la pandemia.
– deposito su cauzione?
Le generazioni un po’ “più mature” lo ricordano. I sistemi di deposito cauzionali di bottiglie e altri imballaggi di bevande consentono di raggiungere altissime percentuali di raccolta differenziata. Sono un’opportunità per l’economia circolare, creano lavoro e fanno risparmiare gli enti locali. Abbiamo lavorato per superare alcuni scogli burocratici e siamo sulla buona strada.
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Imprese energivore: come il suo partito intende supportarne la transizione energetica?
Abbiamo finanziato progetti importanti per l’utilizzo dell’idrogeno anche in settori pesanti come per esempio la siderurgia, ma dobbiamo accompagnare l’intero sistema in questo percorso di transizione energetica, farlo senza pagare un prezzo in termini di produttività o peggio di posti di lavoro. Come sempre il miglior alleato dell’ambiente è la tecnologia e, pertanto, bisogna sostenere la ricerca pubblica e privata. Dobbiamo andare avanti lungo questa strada.
Come giudica l’attuazione del PNRR finora sul fronte della transizione ecologica? Cambierebbe qualcosa alla luce della attuale situazione economica?
Abbiamo creato le condizioni perché si mettessero a terra rapidamente gli investimenti, semplificando e presentando progetti concreti. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare, ora bisogna realizzare le gli interventi. Questa grave crisi energetica suggerisce di approfondire la parte che riguarda la transizione energetica e credo che ce ne occuperemo appena dopo il voto, quando avremo un governo omogeneo, con idee chiare e soprattutto condivise.
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