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giovedì, Maggio 16, 2024

Il Parlamento Eu approva la tassonomia. L’influenza della guerra e le prospettive per il gas e il nucleare

Con 328 contrari, 278 a favore e 33 astenuti, il Parlamento europeo approva l'atto delegato della Commissione che include il gas e il nucleare tra le fonti di energia green. Servivano 353 voti per bocciare la proposta della Commissione. Greenpeace ha già annunciato che promuoverà un'azione legale

Andrea Turco
Andrea Turco
Giornalista freelance. Ha collaborato per anni con diverse testate giornalistiche siciliane - I Quaderni de L’Ora, radio100passi, Palermo Repubblica, MeridioNews - e nazionali. Nel 2014 ha pubblicato il libro inchiesta “Fate il loro gioco, la Sicilia dell’azzardo” e nel 2018 l'ibrido narrativo “La città a sei zampe”, che racconta la chiusura della raffineria di Gela da parte dell’Eni. Si occupa prevalentemente di ambiente e temi sociali.

Che la guerra in Ucraina entrasse dentro la tassonomia era facilmente prevedibile. Ma che il conflitto bellico innescato dalla Russia influenzasse così pesantemente il voto del Parlamento europeo era, forse, meno auspicabile. Specie perché la guerra è contingente (si spera), mentre la tassonomia avrà conseguenze lunghe decenni. In ogni caso la plenaria dell’Europarlamento, riunita a Bruxelles, ha approvato la tassonomia proposta dalla Commissione, dichiarando che il gas e il nucleare sono energie pulite e sostenibili.

Serviva una maggioranza di 353 deputati, su 705 totali, per decidere. Invece sui 639 presenti alla seduta di oggi, si sono registrati 278 voti favorevoli all’approvazione dell’atto delegato – così come proposto dalla Commissione – e 328 voti contrari.A incidere è stato dunque il voto dei 33 astenuti, che se si fossero schierati compatti per il no avrebbero fatto vincere le opposizioni. Gas e nucleare, dunque, potranno fregiarsi della patente green, cioè rientrano tra le attività economicamente sostenibili, considerate come tali dall’Unione europea.

Come ricorda il Parlamento europeo, “il 9 marzo 2022 la Commissione ha adottato l’atto delegato sulla tassonomia”. Ma il 14 giugno i deputati e le deputate delle commissioni parlamentari per i problemi economici e monetari (ECON) e per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) si sono opposti alla proposta della Commissione. La scelta della plenaria ha però nuovamente ribaltato l’esito, con l’approvazione definitiva della proposta della Commissione che prevede il via libera a nuovi possibili finanziamenti per il gas e per il nucleare. C’è però un ultimo appuntamento da rispettare prima che la vicenda sia defintivamente chiusa. La Commissione, infatti, ha proposto di classificare alcune attività relative al gas fossile e all’energia nucleare come transitorie e in grado di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici. In caso di mancanza di obiezioni alla proposta entro l’11 luglio 2022 da parte del Consiglio europeo, l’atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore e si applicherà a decorrere dall’1 gennaio 2023.

Quella della tassonomia è dunque una partita complicata, resa ancor più complessa dalla guerra in Ucraina. Con quali conseguenze?

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L’influenza della guerra sulla tassonomia

Date le copiose riserve di gas da parte della Russia, e data la dipendenza del Vecchio Continente dal gas russo, finora si è ritenuto che un’eventuale tassonomia che includa il gas sarebbe un ulteriore assist al presidente russo Vladimir Putin. Invece a sparigliare la carte nella giornata di ieri è stata una lettera firmata dal governo ucraino. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la missiva è “firmata dal ministro dell’Energia German Galushenko” ed è “diretta alla presidente della commissione economica del Parlamento europeo, l’eurodeputata del Partito democratico Irene Tinagli”. Nella lettera si legge che “se dovesse passare l’obiezione all’atto delegato metterebbe in difficoltà la ricostruzione post bellica del settore energetico ucraino. La produzione di energia nucleare e la produzione locale di gas rimarranno una solida spina dorsale per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la sovranità dell’Ucraina nel prossimo decennio (fino al 2030)”.

Non poteva che far discutere la scelta del governo ucraino – attualmente non fa parte dell’Unione europea anche se è candidata ufficialmente a farne parte –  di provare a condizionare l’esito della votazione. Anche in Italia, con eurodeputati come Antonio Tajani (PPE) che hanno ricordato come “includere temporaneamente e a certe condizioni il nucleare e il gas fra gli investimenti sostenibili serve ad accompagnarci verso una transizione energetica graduale e non ideologica”, mentre di parere opposto è Simona Bonafè (Socialisti e Democratici), per la quale “questo atto delegato dà un messaggio sbagliato agli investitori e ai cittadini europei perché etichetta come verde ciò che verde non è”.

Quel che è certo è che quando la proposta di una tassonomia venne proposta per la prima volta il mondo era molto diverso: non c’era stata ancora una pandemia globale (con crisi dei consumi e conseguente corsa alla ripresa post-Covid) né tantomeno era all’orizzonte una guerra, con l’Unione europea compatta a voler superare la dipendenza energetica dal gigante russo. Nel frattempo, intanto, tra le misure messe in campo dall’Ue c’è anche una decisa spinta sul GNL, il Gas Naturale Liquefatto, che comporta corposi investimenti su infrastrutture tutte da realizzare, specie in Stati come Italia e Germania.

Leggi anche: Le pressioni di Eni e delle altre aziende fossili sul REPowerEU

Le possibili conseguenze del voto del Europarlamento sulla tassonomia

È possibile indicare una prima, e parziale, lista di vincitori e vinti. Nonostante le dichiarazioni del governo ucraino, la tassonomia con gas e nucleare green potrebbe rafforzare l’influenza della Russia, facendo aumentare i suoi profitti proprio mentre l’Europa tenta di infliggere sanzioni e price cap (il tetto al prezzo del gas, sostenuto in primis dal governo Draghi) che ne facciano diminuire i guadagni. Ma in un certo senso vince anche l’Ucraina: non solo perché l’appello degli scorsi giorni è stato recepito, ma perché poco prima del voto sulla tassonomia c’è stata una lunga discussione sul possibile ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Come a far intendere che questo voto sulla tassonomia possa essere il preludio per un prossimo allargamento dell’Unione.

Ad “anticipare” l’esito del voto era stato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, parlando in Lussemburgo il 4 luglio ai giovani dei movimenti per il clima. Timmermans aveva chiaramente ammesso che “la decisione è stata presa su forte pressione degli Stati membri“. A vincere è soprattutto la Francia, che per far passare il voto sul nucleare ha legato questa scelta al gas, con Italia e Germania che hanno immediatamente sostenuto la posizione “gas e nucleare entrambi green”, perché il loro mix energetico è schiacciato in misura preponderante sul gas.

A essere sconfitti sono invece soprattutto i partiti dei Verdi e di sinistra che avrebbero voluto bocciare la proposta della tassonomia, in modo da favorire la strada delle rinnovabili e dell’efficientamento energetico. Sui social è già un fiorire di accuse di greenwashing mentre subito dopo il voto del Parlamento nella tribuna del pubblico otto persone si sono alzate indossando ciascuna una maglietta rossa con una lettera in nero, componendo la scritta “Betrayal” (“tradimento”). Una protesta che però è stata subito zittita, con le votazioni del Parlamento che sono proseguite immediatamente.

Grande delusione, poi, da parte delle ong ambientaliste. Greenpeace ha già annunciato che intraprenderà un’azione legale contro la Commissione europea per l’inclusione di gas fossile ed energia nucleare nell’elenco dell’Ue degli investimenti ritenuti sostenibili. In Italia invece prosegue l’azione dell’associazione A Sud, che ha promosso una campagna legale contro lo Stato italiano, intitolata Giudizio Universale, accusandolo di inazione nei confronti della crisi climatica in corso. In assenza di una politica che sappia davvero ascoltare e dare seguito alle istanze ambientali, la strada giudiziaria è sempre più percorsa. La partita della tassonomia non è ancora chiusa?

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