L’attesa resa dei conti sulla proposta di regolamento imballaggi (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation) ha premiato il fronte dei favorevoli, tra cui, come EconomiaCircolare.com ha raccontato, non figura l’Italia – almeno non il mondo produttivo e quello politico. Chi, come Confindustria, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Filiera Italia e la gran parte del mondo politico nazionale, sperava che il voto in Commissione ambiente dell’Europarlamento (ENVI) sterilizzasse la portata della proposta della Commissione Von der Leyen ha masticato amaro. Ieri infatti, con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astenuti, è arrivato il via libera al mandato negoziale sul regolamento imballaggi. La votazione da parte dell’Assemblea plenaria è prevista per la seconda sessione in programma dal 20 al 23 novembre. Dopo di che, il Parlamento sarà pronto ad iniziare i negoziati finali (triloghi) con il Consiglio Ue, che ancora deve approvare la propria posizione.
Tra gli strumenti messi in campo per depotenziare il regolamento, c’era la proposta di derogare agli obiettivi di riuso a fronte di tassi di raccolta differenziata superiore all’85% (contro il 90% proposto dalla Commissione europea). Un emendamento all’articolo 26 (sugli obiettivi di riuso) in questo senso è stato presentato da PPE ed Ecr ma non è passato. Ad essere approvato è stato invece l’emendamento di compromesso presentato da S&D, Renew e Verdi, che non comprende la deroga.
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Le novità del testo che andrà in plenaria
Ecco i punti salienti della proposta della Commissione Ambiente dell’Europarlamento:
- I deputati vogliono vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o vengano forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo.
- I deputati vogliono fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040.
- La parte in plastica degli imballaggi dovrebbe contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda del tipo di imballaggio, con obiettivi specifici fissati per il 2030 e il 2040;
- Entro la fine del 2025, la Commissione dovrebbe valutare la possibilità di proporre obiettivi e criteri di sostenibilità per la plastica a base biologica;
- Gli imballaggi riutilizzabili dovrebbero soddisfare una serie di criteri, tra cui un numero minimo di riutilizzi (da definire in una fase successiva);
- I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore HORECA (Hotellerie, Restaurant & Cafè) devono offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore;
- Gli eurodeputati vogliono vietare l’uso di PFAs, le cosiddette “sostanze chimiche per sempre” (forever chemicals), e del bisfenolo A aggiunti intenzionalmente negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste sostanze sono ampiamente utilizzate per rendere ignifughi o impermeabili gli imballaggi, in particolare quelli di carta e cartone, e sono state associate a una serie di effetti negativi sulla salute;
- Secondo la proposta della Commissione Ambiente, i Paesi dell’UE dovranno garantire la raccolta differenziata del 90% dei materiali da imballaggio (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029;
- Il vino, a differenza del testo originario, è escluso dalle quote obbligatorie di imballaggi riutilizzabili.
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Le reazioni delle associazioni
Soddisfatta la relatrice in Commissione Ambiente, Frederique Ries (Renew, Belgio): “Abbiamo fatto in modo che l’ambizione ambientale incontrasse la realtà industriale, con una relazione incentrata sull’innovazione e che prevede una deroga per le imprese con meno di dieci dipendenti”.
“Sebbene il testo sia stato notevolmente diluito rispetto alla proposta originale della Commissione – ha detto Joan Marc Simon, Direttore-Fondatore di Zero Waste Europe – riteniamo che questo rappresenti il miglior risultato possibile in questo momento. Zero Waste Europe accoglie con favore l’adozione degli emendamenti di compromesso del relatore e si congratula con l’eurodeputata Ries per aver sostenuto l’integrità di questa legge”. Aggiunge poi: “Per la prima volta nella legislazione europea sugli imballaggi viene data una possibilità alla prevenzione e al riutilizzo”.
Più critiche altre associazioni. Secondo l’alleanza Rethink Platic, “dopo mesi di difficili negoziati, con le pesanti pressioni dell’industria sullo sfondo, la commissione ha finito per accettare i tiepidi emendamenti di compromesso proposti dalla relatrice del dossier, l’eurodeputata Frédérique Ries”. Per lo European Enviromnetal Bureau, “un regolamento sugli imballaggi indebolito sopravvive al tentativo di decimare le sue ambizioni ambientali”.
Veniamo al mondo industriale. L’associazione dei produttori europei di materie plastiche, Plastics Europe, ritiene il documento della Commissione Ambiente migliorativo rispetto al testo originario, ma critica il fatto che viene indebolita l’ambizione di creare un mercato per il materiale plastico riciclato, il fatto di non incentivare adeguatamente l’utilizzo di bioplastiche, e, soprattutto “l’accanimento” contro gli imballaggi in plastica. L’associazione che rappresenta l’industria europea delle bevande analcoliche (UNESDA), come racconta Polimerica, apprezza il riciclo in closed-loop delle bottiglie per bevande e la spinta verso sistemi di deposito su cauzione, oltre che l’obiettivo del 90% nella raccolta differenziata. Critica invece gli obiettivi vincolanti sul riutilizzo e ricarica ”senza un’ulteriore valutazione d’impatto” mentre ritiene preferibili soluzioni che puntino in modo complementare su riutilizzo, ricarica e riciclo.
Critiche dalla politica italiana
Nel nostro Paese, furenti le reazioni dei partiti di maggioranza e del governo. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, Forza Italia: “Si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economi circolare”. La viceministra Vannia Gava, Lega: “Restiamo fermamente convinti della irricevibilità della proposta di regolamento sugli imballaggi voluta dall’UE. L’Italia è fortemente impegnata nel settore dell’economia circolare ed ha un modello di gestione dei rifiuti da imballaggio che rappresenta un’eccellenza a livello UE”.
L’europarlamentare di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini, relatore ombra sul dossier, fa sapere che verranno presentati in plenaria “una serie di emendamenti sulla base del compromesso alternativo che abbiamo sostenuto oggi: è necessario coniugare competitività e sostenibilità, un equilibrio di cui l’Italia è un esempio eccezionale da diffondere in quanto utile all’intera Ue”,
E Fratelli d’Italia, con la vice capogruppo alla Camera dei deputati, Elisabetta Gardini: “Non c’è logica ma tanta miope ideologia. Dopo aver spinto le aziende a produrre prodotti riciclabili, ora si vorrebbe puntare tutto sul riuso mandando a gambe all’aria l’economia circolare insieme alla lotta allo spreco alimentare, a investimenti, programmazione e posti di lavoro. Aggiungiamo pure che studi di illustri università americane ed europee hanno da anni avvertito che abbandonare la strada del monouso porta all’aumento di contaminazioni anche gravi con conseguente aumento di ricoveri ospedalieri”.
Anche il PD ha una posizione di scetticismo: “Il regolamento sugli imballaggi votato oggi in commissione Ambiente non rappresenta il testo definitivo che sarà votato nella plenaria di novembre. In quell’occasione ribadiremo la nostra posizione per un approccio che prenda in considerazione gli investimenti e i risultati del nostro paese nel riciclo, approccio che non è presente nel testo approvato oggi in commissione” affermano in una nota Alessandra Moretti (che ha votato a favore) e Achille Variati (astenuto), europarlamentari del Partito democratico e componenti della commissione Ambiente.
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