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martedì, Maggio 21, 2024

“Cingolani si dimetta”. Zero Waste all’attacco dopo la conferma Ue del no agli inceneritori nel Pnrr

Rispondendo a un'interrogazione degli europarlamentari Evi e Pedicini, il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha ribadito che incenerimento e coincenerimento non si possono finanziare con il Piano di ripresa e resilienza. "Dopo la bocciatura dell'idrogeno blu, è un nuovo sganassone" commenta Rossano Ercolini di Zero Waste

Andrea Turco
Andrea Turco
Giornalista freelance. Ha collaborato per anni con diverse testate giornalistiche siciliane - I Quaderni de L’Ora, radio100passi, Palermo Repubblica, MeridioNews - e nazionali. Nel 2014 ha pubblicato il libro inchiesta “Fate il loro gioco, la Sicilia dell’azzardo” e nel 2018 l'ibrido narrativo “La città a sei zampe”, che racconta la chiusura della raffineria di Gela da parte dell’Eni. Si occupa prevalentemente di ambiente e temi sociali.

“Chiediamo le dimissioni di Cingolani, ministro antieuropeo alla Transizione ecologica che tra l’altro ha rinviato ad ottobre il recepimento della direttiva europea sulla messa al bando delle plastiche monouso”. Per commentare la rovente presa di posizione di Zero Waste Italy, l’associazione che dal 2009 si batte per i rifiuti zero, vale la pena partire dall’inizio (alla plastica arriveremo in un secondo momento).

Il ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani sin dal suo insediamento si è contraddistinto per una serie di prese di posizione che hanno fatto più volte infuriare gli ambientalisti e chi auspica la diffusione di un’economia circolare. Su inceneritori e discariche il ministro è stato giudicato da più parti piuttosto ambiguo – anche se poi, sollecitato dalle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, lo scorso 27 maggio aveva escluso la possibilità di inserire il finanziamento di inceneritori e discariche nel Pnrr. Confermando d’altra parte gli orientamenti della stessa Commissione Ue che, già a febbraio, aveva pubblicato le linee guida per aiutare i singoli Stati membri a redigere i rispettivi piani per accappararsi i fondi del Next Generation EU. Il documento si basa sul testo del regolamento concordato a livello politico tra il Parlamento europeo e il Consiglio nel dicembre 2020. E ruota tutto attorno al principio Dnsh, “do no significant harm“, ovvero “non arrecare un danno significativo”.

La Commissione aveva elencato in quella sede sei aspetti che la categoria del danno non significativo deve rispettare –  mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile delle acque, economia circolare, emissioni di sostanze inquinanti, protezione e ripristino della biodiversità – ma, allo stesso tempo, aveva ribadito che avrebbero dovuto essere gli Stati membri a “fornire una valutazione Dnsh per ogni singola misura” dei rispettivi Pnrr. Insomma: si lasciava comunque un certo grado di discrezionalità ai rispettivi Stati sulle opere da presentare. Ecco perché la partita in un certo senso restava ancora aperta.

I chiarimenti della Commissione Ue

Lo scorso 2 luglio la Commissione europea, rispondendo a un’interrogazione degli eurodeputati Eleonora Evi e di Piernicola Pedicini (entrambi del gruppo dei Verdi), ha ribadito che inceneritori, cementifici e coinceneritori che bruciano rifiuti non potranno accedere ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

“Nelle recenti linee guida pubblicate dalla Commissione europea sull’interpretazione del principio non arrecare danno significativo all’ambiente – scrivono Evi e Pedicini nell’interrogazione – la Commissione sostiene che l’incenerimento dei rifiuti non pericolosi debba considerarsi un’attività che arreca un danno significativo all’ambiente. Tuttavia, non è chiaro se questa valutazione si applichi anche al coincenerimento dei rifiuti nei termovalorizzatori e nei cementifici, aspetto che andrebbe appurato affinché i fondi per la ripresa vengano utilizzati per attività realmente sostenibili e non per attività dannose all’ambiente e alla salute umana, quali le varie forme di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti”.

I due europarlamentari chiedevano poi di spiegare se “l’incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti in termovalorizzatori e cementifici sono considerate attività che arrecano un danno significativo all’economia circolare” e, inoltre, chiedevano di “confermare che il coincenerimento dei rifiuti conduce a inefficienze significative nell’uso dei materiali e delle risorse naturali e ostacola programmi di prevenzione, riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti”.

La risposta del vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis non lascia spazio a dubbi. “Il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza – scrive – stabilisce che nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la resilienza debba arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell’articolo 17 del regolamento Tassonomia, tra cui l’obiettivo dell’economia circolare. Ai sensi di tale articolo si considera che un’attività economica arreca un danno significativo se comporta un aumento significativo della produzione, dell’incenerimento o dello smaltimento dei rifiuti, ad eccezione dell’incenerimento di rifiuti pericolosi non riciclabili; o se conduce a inefficienze significative nell’uso diretto o indiretto delle risorse naturali in qualsiasi fase del loro ciclo di vita. L’articolo si applica alle misure relative all’incenerimento e al coincenerimento dei rifiuti, segnatamente nei termovalorizzatori e nei cementifici, e alle misure relative alla costruzione di nuovi impianti di questo tipo, all’aumento delle capacità esistenti o al prolungamento della loro durata di vita”. Infine Dombrovskis  fa notare che nel documento di febbraio uno degli esempi esemplificativi di non conformità col principio del danno non significativo era proprio un inceneritore di rifiuti.

Per Ercolini è un “nuovo sganassone”

“Ora Mario Draghi e Cingolani che li volevano insieme a Chicco Testa (attuale presidente di Fise Assoambiente e noto per le posizioni “controambientaliste”, ndr) possono attaccarsi al tram” commenta sardonico Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy. “Il ministro Cingolani d’intesa con il suo capo Draghi e con Chicco Testa aveva brigato per semplificare le procedure di realizzazione dei cementifici e di impianti che bruciassero combustibile solido secondario (CSS e fanghi). Ora, dopo la bocciatura dell’idrogeno sporco (sporco si dice “blu” secondo la logica della popó che profuma!) incassa anche questo nuovo sganassone”. Da questo (presunto) smacco, dunque, arriva poi la richiesta di dimissioni. Proprio nei giorni, tra l’altro, in cui sulla contestata direttiva Sup (che vieta la plastica monouso e le bioplastiche per alcuni oggetti d’uso comune come bicchieri e tazze) il governo Draghi, trovatosi in difficoltà e pronto a sostenere l’industria della bioplastica, ha scelto di rinviare a ottobre il recepimento della direttiva.

Leggi anche: Cosa non torna degli attacchi alla direttiva Sup. Intervista all’esperto Paolo Azzurro

Per Evi “il percorso europeo va in tutt’altra direzione rispetto a quello italiano”

“Molto positiva e allineata alle nostre posizioni“. Così Eleonora Evi, l’europarlamentare che insieme al collega Pedicini ha presentato l’interrogazione che ha fatto prendere posizione (nuovamente) alla Commissione europea, commenta a EconomiaCircolare.com il feedback ricevuto. “La risposta del vicepresidente Dombrovskis non lascia dubbi interpretativi – aggiunge Evi – I fondi previsti nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza non potranno essere assegnati a progetti di nuova realizzazione di inceneritori e coinceneritori (cementifici e centrali termoelettriche), ma anche ad eventuali progetti di ristrutturazione di impianti esistenti. Questa risposta della Commissione ribadisce ancora una volta che il percorso europeo va in tutt’altra direzione rispetto a quello intrapreso dal nostro Paese, con un Pnrr che, tra le altre cose, lascia ancora ampi spazi di manovra alle industrie del fossile e a una serie di attività che di sostenibile hanno ben poco”.

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