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lunedì, Maggio 13, 2024

Come migliorare l’accesso delle donne alla giustizia climatica

Pedi Obani, docente alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Bradford, riporta le sue ricerche e riflessioni sul tema delle cause climatiche, come mezzo per le donne per ottenere i loro diritti nel corso della crisi climatica

Pedi Obani
Pedi Obani
Professoressa alla Bradford University. Prima di iniziare la sua carriera accademica, è diventata avvocata della Corte Suprema della Nigeria ed è stata attiva nella pratica legale privata. I suoi interessi di ricerca ruotano attorno allo sviluppo inclusivo e alla sostenibilità, comprese le interazioni tra diritto e cambiamento climatico, la governance dell'acqua e di altre risorse naturali e le questioni di genere

Nonostante le cause climatiche siano un fenomeno piuttosto recente, sono state intentate in vari paesi africani. Ci sono state sentenze in Sudafrica, Nigeria e Kenya, mentre in Uganda ci sono contenziosi ancora in corso.

Le cause climatiche sono un modo importante per accedere alla giustizia. Questo è particolarmente vero per le donne africane perché, come hanno dimostrato le ricerche, il cambiamento climatico colpisce le donne più degli uomini in settori chiave come l’agricoltura, la salute, l’acqua, l’accesso all’elettricità, le migrazioni e i conflitti.

La ricerca che sto conducendo investiga come si potrebbe applicare la legge nelle cause di cambiamento climatico, sviluppo inclusivo, governance dell’acqua e sostenibilità. In un mio recente articolo sulle controversie climatiche in Nigeria e Sudafrica, sostengo che la struttura delle istituzioni legali dovrebbe essere ridisegnata per rendere i tribunali più ricettivi alle istanze delle donne sul cambiamento climatico.

Ci sono tre interventi chiave che potrebbero migliorare l’accesso delle donne alla giustizia climatica. In primo luogo, è necessario raccogliere dati sulle esperienze delle donne e delle ragazze riguardo all’impatto del cambiamento climatico. In secondo luogo, è necessario fornire assistenza legale alle donne per intentare cause climatiche. E in terzo luogo, occorre approvare leggi sul clima sensibili al genere e farle rispettare efficacemente.

Se le donne sono in grado di portare avanti azioni climatiche in modo efficace, ciò porterà a una migliore protezione dei loro diritti. Questo le renderà più resilienti al cambiamento climatico. Garantirà anche una migliore responsabilità di coloro che sono responsabili del cambiamento climatico a vari livelli, dai paesi alle aziende.

Cambiamento climatico e diritti delle donne

Entro il 2050, 158 milioni di donne e ragazze cadranno in povertà a causa del cambiamento climatico e 236 milioni di donne avranno fame.

Molto spesso le donne non dispongono delle risorse necessarie per intentare cause legali, per questo ricorrono a proteste e altri meccanismi informali per ottenere risarcimenti per violazioni ambientali e altri abusi dei diritti umani, compresa l’appropriazione di terre e il degrado ambientale da parte di governi e aziende.

Le controversie sui diritti delle donne portate avanti dalle organizzazioni non governative africane si concentrano soprattutto sul diritto alla proprietà delle terre, sulla salute sessuale e riproduttiva e sui diritti civili e politici. Il cambiamento climatico influisce sulla maggior parte, se non su tutti, questi diritti ma non è ancora stato direttamente riconosciuto come un motivo per una mobilitazione per le donne.

Finora in Nigeria non ci sono state cause climatiche intentate da donne, anche se la Legge sul Cambiamento Climatico del 2021 prevede la partecipazione delle donne alla governance climatica. Mentre, in Sudafrica, dove i diritti delle donne sono stati inclusi nella politica sul cambiamento climatico, le organizzazioni non governative guidate da donne stanno promuovendo cause climatiche. Nonostante ciò, non abbiamo assistito a una crescita del numero di cause climatiche intentate da donne.

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L’esigenza di dati sull’impatto climatico

Uno dei motivi per cui le donne non intentano cause climatiche è perché non hanno prove o dati per dimostrare come il cambiamento climatico le stia danneggiando, o di chi sia la colpa. Questo non è necessariamente perché il danno non stia accadendo, ma piuttosto perché mancano dati al riguardo.

Ad esempio, un gruppo di donne svizzere di età superiore ai 64 anni ha cercato di convincere la Corte Suprema Federale della Svizzera che le donne sono più vulnerabili alle ondate di calore indotte dal clima rispetto agli uomini. Hanno utilizzato prove mediche che mostrano che più donne di questa età muoiono di più di colpi di calore rispetto agli uomini. Ma la corte non è stata convinta che le donne avessero subìto abbastanza danni per intentare una causa di giustizia climatica. Il caso è passato alla Corte Europea dei Diritti dell’Umanità dove le donne svizzere hanno vinto.

Ciò dimostra che senza dati specifici che mostrino come il cambiamento climatico colpisca le donne, le donne africane sono lontane dall’essere in grado di intentare cause per danni causati dal cambiamento climatico.

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Assistenza legale

Le donne e le famiglie guidate dalle donne in Africa spesso vivono in povertà. Questo erode la loro resilienza e l’accesso alle risorse di sussistenza. Inoltre, le donne indigenti non possono permettersi avvocati e altri costi legali.

Il diritto all’assistenza legale nei sistemi legali africani è limitato. In Sudafrica, l’assistenza legale è principalmente disponibile per la difesa penale o per casi che coinvolgono la detenzione come previsto dalla Legge sudafricana sull’assistenza legale, n. 39 del 2014. La Legge sull’assistenza legale della Nigeria del 2011 prevede supporto legale per casi penali e questioni civili. Non esiste un’assistenza legale specifica che supporti le donne nell’avviare cause sul cambiamento climatico.

Le organizzazioni non governative sono state in prima linea nell’attivismo sul cambiamento climatico e nel contenzioso di interesse pubblico in Africa. Spesso possono farlo perché hanno finanziamenti esterni. In Sudafrica, le organizzazioni non governative hanno contestato l’approvazione di centrali elettriche a carbone, miniere o l’assenza di valutazione di impatto ambientale. Le donne nigeriane che hanno citato in giudizio le multinazionali petrolifere e del gas per violazioni dei diritti umani sono state anche supportate da organizzazioni non governative internazionali. Per esempio, nel caso Centro per il Controllo dell’Inquinamento da Petrolio contro la Nigerian National Petroleum Corporation, in cui la Corte Suprema nigeriana ha confermato il diritto di intraprendere azioni legali per la protezione dell’ambiente, un’ONG ha portato avanti il caso a nome di una comunità. La maggior parte delle donne non ha accesso a questo tipo di sostegno economico.

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Leggi climatiche di genere e applicazione

I sistemi nazionali di governance del cambiamento climatico dovrebbero concentrarsi sulle forme di vulnerabilità climatica specifiche delle donne. Una magistratura proattiva potrebbe avere un ruolo cruciale nell’usare la salvaguardia dei diritti umani come strumento per promuovere la giustizia climatica per le donne. In particolare, è necessaria un’applicazione efficace delle sentenze per evitare che rimangano lettera morta.

Articolo pubblicato originariamente su The Conversation

© Riproduzione riservata

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